Le memorie nel petto riaccendi

Negli ultimi tempi, arrivando a Milano in treno, trovo ad accogliermi i monitor rumorosi di pubblicità. Una di queste è la pubblicità elettorale della Lega, che fa risuonare un “Arpa d’or..” in sordina per tutto il sottopasso e io mi ritrovo a canticchiare “dei fatidici va-a-a-a-ti, perché muta dall’albero pe-e-ndi” fino all’ufficio.

Stamattina, tra un stecca sottovoce e l’altra, stavo pensando che il Va’, pensiero a me l’hanno insegnato alle elementari.. chissà se lo insegneranno ai miei figli o verrà scartato perché troppo “politicizzato”.

(..ci fave-lla del tempo-o che fu..)

Come in una stupida commedia americana

La doccia (e la vasca da bagno, ad averne una!) sono il mio posto preferito per rilassarmi e pensare. La mattina sotto l’acqua pianifico quel che si riesce a pianificare della mia giornata, metto in ordine i pensieri notturni e affino alcune soluzioni; nei giorni non lavorativi lascio la mente libera di vagare.

Domenica mattina sono uscita dalla doccia ridacchiando e sono corsa a raccontare al sig. N cosa mi ero appena ricordata.

Estate 19qualcosa, io avevo tra i 14 e i 16 anni. Ferragosto, presumibilmente.
I miei avevano comprato quell’anno una Vitara, rossa, e al mare era divertente andare in giro con la macchina tutta aperta e andare fino in spiaggia, usando le 4 ruote motrici. Era un po’ meno divertente quando pioveva (ma questo magari me lo racconto un’altra volta).
Ferragosto nel 19qualcosa ricordava comunque ancora tanto Questo piccolo grande amore nonostante fossero passati quasi vent’anni

..un fuoco quattro risate..

Per i nostri fuochi si andava al mercato a chiedere le cassette, alcuni si passavano tutta la spiaggia alla ricerca dei legni buttati a riva dal mare, ecc. ecc. Poi la sera si scendeva insieme a mare, quando ancora c’era luce, e si accendeva il falò.

Nel bel mezzo del mio (ennesimo) falò ferragostano, mentre un po’ di gente è in acqua, un po’ è avvinghiata negli angoli bui e un po’ semplicemente chiacchiera davanti al fuoco, chi arriva puntando i fari (forse gli abbaglianti!) sulla congrega?
Mio padre, insieme a mia sorella (all’epoca troppo nana per partecipare al falò) e uno dei miei cugini.. tutti divertiti alla gita notturna, in spiaggia!!!

(..dopo quasi vent’anni mi fa ridere, come mi fanno ridere le stupide commedie americane, ma all’epoca.. ero indecisa tra voler sprofondare e volerli incenerire!!)

E tutte insieme sono la memoria mia

Ieri sera sono scesa dal treno che era già buio e mi ha subito colpito un vago profumo nell’aria e io ho pensato “Roma!”.
Non era profumo di romanitudine, ma i tigli che si preparano a fiorire. Quando stavo per trasferirmi a Roma e non facevo grandi progetti per il futuro oltre a quello (non era un “vado un anno e torno!”), c’erano i tigli in fiore e nelle ultime sere tornando a casa dal lavoro pensavo “ecco a Roma non ci saranno i tigli e questo profumo mi mancherà!” (e in effetti di tigli non ne ho mai visti).

Mentre ero fuori a comprare qualcosa per pranzo sono passata davanti a uno di quei centri dove ti massaggiano, abbronzano, ecc. e sono stata investita da un profumo di olio al cocco che mi ha portato in un attimo in spiaggia (no, non Fregene, che col vento gli odori delle creme si notavano poco.. più una spiaggia calabra della mia infanzia o Cirella con Tiff che diventa un tutt’uno col lettino).

(..e poi mi ricordo bene i gusti e le sensazioni tattili..)

Com’è triste un Natale senza regali

Alcuni dei libri che ho più amato quando ero nanerottola, sono gli stessi che ha amato mia madre (forse perché lei sapeva raccontarli e trasmettere la sua passione?).. ogni tanto mi chiedo se sono gli stessi che ameranno i miei figli.

E comunque non tutto torna: mia madre sostiene che lei era Jo, ma data la passione per pizzi e trine io al massimo avrei detto Amy; ovviamente Jo ero io, maschiaccio, sempre a scrivere, anche se non amavo così tanto le mele (per un po’ ci ho provato) e non mi disgustava l’idea che John Brooke tenesse di nascosto un guanto di Meg trovato in giro.

(..il titolo è l’incipit di Piccole donne nell’edizione con la copertina viola vellutata che era di mia madre..)

L’esperienza non paga

Mio cuggino, mio cuggino, anni fa ha avuto una simpatica esperienza durante un colloquio, che si rammenta ancora adesso.

Dopo aver lavorato per circa tre anni in una delle principali telco italiane, ha mollato baracca e burattini ed è andato a fare un corso di specializzazione. Per chiudere il corso gli è toccato uno stage in un Posto e al termine dello stage è rimasto a lavorare per un po’ ancora in Posto.

Quando ha fatto il colloquio per Posto, l’intervistatore ad un certo punto gli ha parlato di quattrini, concludendo la frase con “questo è quello che offriamo ai neolaureati”.
Mio cuggino, sbirciando il suo curriculum che l’intervistatore aveva tra le mani, gli ha fatto notare che lui non era esattamente un neolaureato, avendo già lavorato per qualche anno altrove.. sebbene – sulla carta – i due lavori fossero diversi, qualche esperienza in più rispetto ad un neolaureato ce l’aveva.

L’intervistatore ha ribattuto così: “Eh certo che se uno ha lavorato per anni in pizzeria, mica conta!”.

(..mio cuggino sono io, la telco/pizzeria è Vodafone e i miei colloqui pare abbiano sempre un tema sull’esperienza..)

Trash come solo io (reprise)

Che poi pensavo:

  1. alcune mi piacciono perché ci ritrovo cose che conosco. Tipo Brothers & Sisters mi ricorda un sacco la mia famiglia.. dove non siamo in 5, dove mio padre non è morto, dove io non ho sposato Rob Lowe (mannaggia..), però tante parti del tran tran sono proprio le stesse (miliardi di telefonate, pettegolezzo selvaggio, pezzi che se ne vanno per staccarsi dalla famiglia..)
  2. se mia sorella, dall’Inghilterra, finisce su RaiClick (o come si chiama adesso) a guardarsi tutta la saga di Capri, forse vuol dire che c’è qualche gene bacato in famiglia (di quelli che saltano una generazione, però)!

Trash come solo io

Il sig. N ordina i film per genere cinematografico: tutto quello che per lui è intollerabile e che è disposto a guardare solo sotto tortura, finisce etichettato come “Frieda” (come dire che non son degni nemmeno di un genere, certi film!).
Più o meno lo stesso si applica alle serie: a me è piaciuto molto “I delitti del cuoco”, mentre il sig. N non solo non ne ha guardato nemmeno una puntata, ma ha sbuffato pure di sottofondo per tutta la durata (e tutto sommato pare che tutta internet sia d’accordo con lui!).

(..quale sarà il prossimo flop che mi piacerà?)

Là dove c’era l’erba ora c’è..

..un bel tubo.
Nel senso che ieri avevamo quasi una casa e oggi non ce l’abbiamo più.

La trattativa più impegnativa della storia, che si è protratta per due mesi e che ci ha visti di fronte ad un blocco di granito, si è conclusa ieri sera con un nulla di fatto dovuto al pessimo carattere del venditore e all’impossibilità di tornare indietro (non compro casa da uno che mi manda a stendere).

Da sabato si ricomincia.

(..cercare casa è un lavoro..)

Ah, la vita! Ah, l’Italia!

Parlare tutti i giorni o quasi con degli stranieri e spiegare come funzionano certe cose in Italia, beh, è complesso.
Ieri una fanciulla mi ha risposto “There’s always something happening in Italy!” e non parlavamo di politica, no, no, parlavamo solo di quell’immenso nonsense che è la normativa dei Beni Culturali.

(.. ah, la vita! Ah, l’Italia! ..)

Ciliegie e disgrazie

Giannino Stoppani diceva che le disgrazie son come le ciliegie, quelle buone, arrivano a due a due.

Stamattina alle 7 (quanto odio il suono del telefono la mattina presto, porta solo cattive notizie!) ha chiamato mia suocera per dirci che stanotte la nonna del sig. N è caduta andando in bagno, si è rotta il femore e l’hanno dovuta nuovamente ricoverare.

Povera nonna, l’avevamo dimessa giusto ieri mattina..