Dove sono?

Ho sempre saputo di avere poche idee e confuse in fatto di politica, e mi sembra che questo lo confermi:

Elezioni 2006. Io sono qui. E tu dove sei?

Sole!

L’aria è fresca, ma c’è il sole.
Intorno prati verdi.
Solo la consapevolezza che il terreno è umido mi impedisce di buttarmi nel prato e rotolarmi..

Avevo bisogno della primavera!

(e la meridiana che segna solo le ore felici..)

Tremore

Sera, notte, pomeriggio. Tre volte che mi sono scoperta a tremare. Motivi diversi, persone diverse, clima diverso. L’unica costante: io.

Fuori fa fresco, è buio pesto. Cammino sottobraccio con un amico. Sarà il cambio di temperatura, sarà boh..

G Hai freddo?
F No..
G Ti sento che tremi
F ..

Sopra c’è un cielo nero. Pieno di stelle. Le stelle arrivano così in basso che sembrano caderci addosso.
Vaghiamo pigri nel fango dello sterrato, studiando le costellazioni e chiacchierando.
Scambiamo sogni, speranze, frustrazioni e idee.
È bello parlare. È bello parlare al buio.
I fari di una macchina dall’altra parte della valle ogni tanto ci sfiorano.

..e le nostre risate
sussurrate al cielo lassù..

(Baglioni mi perdoni. Ma era bello.. e rilassante.. e tranquillo.. come certe notti d’estate)

Imbarazzosa

Devo aver fatto qualcosa di molto malvagio nelle vite precedenti o forse sto scontando qualcosa dei miei primi 29 anni di vita (nel secondo caso qualcuno lassù ha un senso dell’umorismo perverso).

Io *odio* essere/sentirmi imbarazzata.

(e mi imbarazza anche dirlo.. *gorsch*)

A orari antelucani poi..

(credo che risolverò uccidendo il prossimo che mi fa sentire così)

Nuvole

C secca scendere dalla nuvoletta?
C :-D
C frieeeeeeeeeeeeeeeedaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
C mi sentiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii???

(una particella di Frieda in acqua evaporata)

È la fine della libera tirannide di Ubilandia?

Dopo soli 5 mesi è finita la mia avventura da apolide: ho nuovamente una residenza e addirittura un documento di identità. Temo che la libera tirannide di Ubilandia mi ritirerà la cittadinanza.. *sob*!

(quando faccio le cazzate, le faccio bene: per la mia *presunta* irreperibilità mi sono giocata il WSIS)

Il mare dentro

Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po’ della tua ghiaia
un po’ del tuo sale azzurro
un po’ della tua infinità
e un pochino della tua luce
e della tua infelicità.
Ci hai saputo dir molte cose
sul tuo destino di mare
eccoci con un po’ più di speranza
eccoci con un po’ più di saggezza
e ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare.

Nazim Hikmet, Arrivederci fratello mare, 1951 –

(adoro questa poesia da più di 15 anni, quando un bravo prof di italiano delle medie me la fece conoscere. È uscito recentemente un volume rilegato con le “Poesie d’amore” di Hikmet e le foto di Doisneau; tutte le volte che passo in libreria mi fermo a sfogliarlo)

Riletto: Tsugumi

Banana Yoshimoto
Tsugumi
Feltrinelli
ISBN 8807812940
Genere: quei romanzi in cui alla fin fine non succede niente
Perché sì: si respira la salsedine tra le pagine e ci si identifica nelle piccole cose
Perché no: Tsugumi spesso è insopportabile
Stato: da appurare se è mio o di Ugo.. :-o

Che strano: quando sono rivolta vero il mare in compagnia di qualcuno, chissà perché ma va a finire che non m’importa se si parla o se si tace, mi vanno bene entrambe le cose. Non mi stanco mai di osserarlo, e anche quando è in burrasca, non c’è pericolo che il rumore dei suoi cavalloni possa darmi fastidio. Leggi tutto “Riletto: Tsugumi”