Almeno per un po’, Bilancia, metti da parte la tua grazia e il tuo talento nell’arte del compromesso. È ora di diventare un guerriero devoto a una giusta causa.
–Dall’Oroscopo
Pensate a cose straordinarie, saranno loro a portarvi in alto
Almeno per un po’, Bilancia, metti da parte la tua grazia e il tuo talento nell’arte del compromesso. È ora di diventare un guerriero devoto a una giusta causa.
–Dall’Oroscopo
Ieri pomeriggio due pazzi ci hanno condotti al Jungle Raider Park di Civenna.
Alla cassa erano tutti pronti a scegliere percorso dal nome invitante tipo Tornado o Uragano, mentre io adocchiavo il percorso bimbo (verde, basso..). Alla fine abbiamo scelto un blu e un rosso (i colori sono come per le piste da sci: verde, blu, rosso, nero in ordine di difficoltà).
Imbragati, caschettati, abbiamo seguito il briefing, abbiamo fatto la prova (che già mi lasciava perplessa) e poi siamo partiti.
Camminare su un filo sospeso tipo circo non mi crea troppi problemi, i ponti sospesi li odio, i ponti di corda sono divertenti, la carrucola proprio non la sopporto. Io lo so che da bimbi, al parchetto, quando c’era la carrucola era il massimo dei divertimento, ma insalamata e appesa a una decina di metri non mi piaceva per nulla. Non riuscivo a togliermi di dosso la sensazione di insicurezza. Guardare in basso non era troppo un problema (anche se preferivo osservare quelli che si arrampicavano sopra di me), ondeggiare perché il filo “di sostegno” era mollo invece sì.
Beh, insomma, a due terzi del percorso non ce l’ho più fatta: ho abbracciato un albero e ho invocato l’elisoccorso. Una fanciulla agilissima è arrivata con un po’ di attrezzatura e mi hanno calata giù (come nei migliori copioni volevo scendere a occhi chiusi, poi mi sono fatta forza e guardavo in alto!).
Il sig. N ha stabilito che sembravo un koala e che mi mancava solo un po’ di bambù o di eucalipto da spizzicare.. :-p
..la prossima volta (perché ci deve essere una prossima volta!) faccio il percorso bimbi.
(..anche solo a raccontarlo hanno ricominciato a sudarmi i palmi delle mani esattamente come ieri.. ci devo lavorare un po’ su!)
Mio figlio si chiamerà Rutto, o almeno avrà un R. nel nome di cui non conoscerà mai il significato.
Mio figlio avrà il cognome di mamma e papà, perché è più nobile.
Mio figlio da ieri sera ha un account gmail.
Mio figlio da ieri sera ha già scritto almeno due mail.
Mio figlio non è ancora nato e non è stato nemmeno concepito.
(..dite che faccio una segnalazione all’abuse di gmail o mando al fresco i due che si sono inventati mio figlio, il suo nome e le sue manifestazioni?)
Rendersi conto che in questa stagione parlare di viaggi mi fa male, rende i pomeriggi lunghi e il lavoro difficile. Mannaggia ad Auro!
Quando uno si sente fare la stessa domanda (o domande simili, insomma) nell’arco di un periodo troppo breve, forse è il caso di rifletterci un attimo.
A Roma lavoravo in centro (prima in corso Vittorio e poi in piazza Esedra), a Milano lavoro in centro (piazza Cadorna).
A Roma vivevo in centro o quasi (sotto l’ingresso dei musei Vaticani), a Milano faccio la pendolare.
A Roma uscivo dall’ufficio e inforcavo la metro per andare a fare la spesa vicino casa o mi dilungavo a fare due passi e guardare i negozi (via Cola di Rienzo, via Candia); a Milano salgo in macchina e mi tuffo nel traffico in direzione casa o inforco la bici, corro in stazione, salto su un treno e al massimo vado a fare la spesa (supermercato scrauso vicino casa o centro commerciale se ho voglia di prendere la macchina).
A Milano vado in giro in bici e ho un parco a due minuti dall’ufficio dove pranzare tranquillamente, a Roma piazza Esedra era soffocante (traffico, rumori e niente verde).
A Roma c’è il ponentino.
Il mare (non un gran mare, ma comunque..) non è distante da Roma; vicino a me ci sono un po’ di laghi (Segrino, Lario) e i miei hanno la piscina in giardino.
A Roma avevo un terrazzo enorme, qui ho un terrazzino microscopico e pur avendo più che dimezzato i vasi che avevo, non mi ci giro.
A Roma sono nate tante belle cose (il sig. N, Tigro, WMF, Tiff&Tess..), a Milano ne sono nate tante ma finite altrettante.
..che poi io non ne ho nessuna voglia né di occuparmene né di dir di sì per mancanza di alternative, però mi irrita l’abulia nel non prendere una decisione che ti spetta o comunque ti tocca.
Io se mi impegno un po’ capisco tutto quanto, ma non la tragedia insita nell’essersene dimenticato, la tragedia del regalo a tutti i costi ecc. Se è una festa che si festeggi, se dev’essere una tragedia.. quasi quasi mi ammalo.
(..e d’altra parte, siccome mi ha chiesto di consultare mia madre, mi toccano anche gli sfottò dei miei..)
Questo weekend sono crollata.
Venerdì sera è arrivata Ugo, per un matrimonio a cui doveva andare sabato, così l’allegra famigliola più il sig. N è andata a cena fuori in tarda sera (btw: il Porto non è più il mio ristorante preferito.. non si può rifiutare una prenotazione per le 21:30-22 a Milano di venerdì sera!).
Sabato mattina non sono riuscita ad alzarmi dal letto. Nonostante la sveglia, le moine del signor N, i gatti, ecc. non ce l’ho fatta. Mi sentivo come una con 40 di febbre.. a mezzogiorno passato sono riuscita a spostarmi dal letto fino al divano.
Alle quattro ho deciso che non potevo continuare a stare così e sono andata dai miei a tuffarmi in piscina.. per la serie o muoio o guarisco. In realtà nessuno dei due, perché lì per lÃìmi sono sentita meglio, ma poi sabato notte sono stata male e me la sono passata mezza in bianco.
Ieri però ero miracolosamente in piedi, senza neanche le occhiaie e sono tranquillamente sopravvissuta al pranzo composito (Ugo, moroso, fratello del moroso, genitori del moroso, i miei, il sig. N), facendo del mio meglio per essere scambiata per una lucertola che si riprendeva arrostendosi a 5cm dall’acqua (cadendoci dentro il più spesso possibile).
Stare in piedi tutta notte per fare cose ha dei pregi: la giornata si prolunga di almeno altre 8 ore, si sta più freschi, c’è più silenzio.
D’altra parte di viene una fame pazzesca da tossico, il dopo le 5 di solito taglia le gambe, fa un freddo pazzesco d’inverno..
Ma ci sono anche momenti carini: chiacchierare sporadicamente con un’amica oltreoceano, vedere un amico in piedi alle tre e mezza perché ha litigato con la moglie e proprio non gli va giù, quel lungo momento tra le 2 e le 4 quando i minuti non sembrano passare mai, indovinare dove finisce la notte e inizia il giorno..
(..ma soprattutto scrivere post sul blog in attesa che esca il primo caffè della giornata!)
I parents sono nuovamente in viaggio, stavolta tra Grecia e Turchia.
Prima di partire mi hanno lasciato il programma del viaggio, tappa per tappa, con i numeri di telefono dei vari alberghi.
Ieri sera mentre stavo andando a dormire mi sono resa conto che tranne un rapido sms “tecnico” non avevo avuto loro notizie, così li ho chiamati.
Prima non hanno risposto, poi hanno richiamato loro preoccupatissimi:
M cosa succede?
F niente, è che non vi ho sentiti tutto il giorno e quindi prima di chiamare il consolato ho provato a chiamarvi.. :-D
M ma che ore sono?!
Martedì sera eravamo a cena dalla zia. Ad un certo punto ricordavamo di come da piccola fossi a capo di una banda di 4 disperate (io, mia sorella e le mie due cugine), i vari giochi che facevamo..
Z ..e poi il rubinetto fuori in cortile. Ci giravate sempre attorno e alla fine eravate sempre fradice
N non stento a crederlo!