Prima di perdere il link che volevo mandare alla mia PA, me lo appunto qui.
(..un blog che segue il signor N, una cosa che ho letto dietro la sua spalla una sera che cenavo sul divano..)
Pensate a cose straordinarie, saranno loro a portarvi in alto
Prima di perdere il link che volevo mandare alla mia PA, me lo appunto qui.
(..un blog che segue il signor N, una cosa che ho letto dietro la sua spalla una sera che cenavo sul divano..)
L vado a prendere l’acqua
F basta che apri la finestra..
F mela + N
L rotflol
(..a Milano diluvia..)
L’ho comprato anche se una trilogia che al terzo atto diventa quadrilogia mi irrita.
Se poi continuano a far doppiare Saphira a Ilaria d’Amico (se lei è una doppiatrice io sono la reincarnazione – in carne! – di Carla Fracci) potrei mettere gli unghioli addosso a qualcuno!
Qualche giorno fa ho ricevuto un invito ad un evento blogger, che mi invitava a portare una o più amiche. L’ho guardato un po’, mi sono chiesta dove mai mi hanno recuperata come blogger, poi mi sono detta “massi!” e l’ho inoltrato alla lurkatrice folle.
Così mi sono fatta un appunto mentale, ho taggato l’evento alla voce “il visagista delle dive è truccatissimo” e ho sperato di ricordarmi di andarci.
Appuntamento al Noon per aperitivo-truccatore-info sulla linea Bellezza Mediterranea-ambitissimo omaggio. Il Noon è di fianco al mio ex ufficio e ci sono stata l’inverno scorso per il premioWWW del Sole24h: ha un piano interrato sconvolgemente bianco che probabilmente era bellissimo prima che ricoprissero i mattoni di gesso e un pian terreno che ha la tendenza a diventare affollato in maniera direttamente proporzionale alla quantità di cibo presente sul bancone.
Entriamo, scopriamo di essere upstairs, ci registriamo, firmiamo la liberatoria per cedere l’anima ai Fratelli Carli (cioè insomma per concedergli di fotografarci, deprivacizzarci, venderci enciclopedie, ecc.), convinciamo le donzelle a farci prendere una cosina dal cestino di oggetti colorati che hanno sul tavolo e ci avventuriamo.
Ok, il truccatore c’è e sta truccando una fanciulla. Assomiglia ad Auro (la fanciulla, mica il truccatore!) ma non è chiaramente lei. Auro si muove anche quando è immobile, questa si muove ma sembra immobile.
L’aperitivo attende languido e invitante su almeno due tavoli e ho l’impressione che siamo proprio noi ad aprire le danze tra i pochi sparuti primi arrivati. Pappa, poi pappa, poi chiacchiere tra noi, giusto per capire se succede qualcosa. Non so.. mi aspetto che oltre ai volantini disseminati qua e là qualcuno mi racconti qualcosa. Intanto mi guardo in giro e, meraviglia delle meraviglie, non c’è nessuno che io conosca.
Aspettiamo un po’ e la percentuale di uomini presenti aumenta vorticosamente: non mi metto a contare, ma sono quasi certa che i signori presenti siano più delle signore (e nei bonbon di bellezza esposti non vedo nulla che il mio fidanzato userebbe se non sotto tortura e per scherzo).
Poi la mia socia lo avvista, è lui: Diego Dalla Palma, in carne e barba. Non è truccatissimo (del resto non ho idea se sia lui l’immortale visagista delle dive ma ne dubito) ma sembra più vecchio dell’ultima volta che l’ho visto in tv.. del resto non frequento troppo lo strumento.
Il mojito è buono, ma il locale troppo rumoroso per i miei gusti; facciamo due passi per vedere se ci siamo perse qualcosa, ma in due falcate siamo nei pressi dell’uscita. Le donzelle premurose ci danno il meritato omaggio (struccante, peeling delicato, crema antiage) e noi ci dileguiamo nella folla dei fumatori fuori.
(..morale: cara Bellezza Mediterranea ci risentiamo quando avrò sperimentato, grazie per l’aperitivo e sorry se non mi sono lasciata andare a gridolini estatici via commenti al post, ma non è il mio stile ;-))
L’altra sera andavo a prendere la metro con una collega e insieme ci lamentavamo dei colleghi uomini, dei capi, degli uomini in generale.
V ..quasi quasi potremmo diventare lesbiche..
F eh.. possiamo farci un pensiero
2 metri davanti a noi cammina una ragazza che si gira al volo e ci chiede “volete venire a bere un aperitivo stasera al ..?”
(..quando si dice tempismo!)
Progettare è progettare, non realizzare.
La parte interessante del progetto, o almeno quella che io preferisco, è la parte di speculazione iniziale, in cui si vagliano tutte le possibilità, se ne scartano alcune e si procede ad analizzarne altre nel dettaglio.
È la parte in cui si costruiscono castelli sulle nuvole, in cui il foglio di carta spesso serve per disegnini senza senso o per realizzare origami, perché le mani hanno bisogno di stare impegnate mentre il cervello elabora informazioni apparentemente sconnesse.
Una volta trovata l’Idea, si inizia ad elaborarla, testarla, guardarla da tutte le parti, è il momento dell’“..e se?” e ci si sbizzarisce nell’“..e se?” più fantasioso perch<è si sa che la sfiga ci vede benissimo. Quel che arriva alla fine è il Progetto, ormai *solo* da realizzare.
Voglio una casa. Mia.
Voglio che passare una domenica pomeriggio ad appendere porta tende e tende abbia un significato diverso da “tanto sono in affitto e prima o poi mi tocca smontare tutto e tappare i buchi”.
So che questo fa rizzare i capelli in testa al signor N, ma tanto li porta a spazzola e quindi non si nota più di tanto ;-)
Voglio una casa vecchia, va bene anche cadente.. che necessiti di lavori. Tanti.
So che questo provoca l’emicrania al designer dentro al signor N, che mi parla di problemi di isolamento di vecchi materiali, di spese folli.
Sono irrequieta e voglio una casa mia, che faccia da radice, che sia di sfogo quando ho bisogno di far qualcosa, che mi dia la sensazione di costruire qualcosa di mio.
(..che l’erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del re me lo dico da sola..)
Io odio fare l’assistente del fai-da-teista, quella che si spalma a bordo scala per passargli gli attrezzi, che corre da una parte all’altra a recuperare pezzi che non stanno dove le si dice e non si sa che forma abbiano. Anche perché il fai-da-teista è esigente, si scoccia, rompe..
Io piuttosto mi metto a fare le pulizie di casa, diamine.
Nei miei vari fcvg sto incontrando un po’ di persone che conosco che, in un modo o nell’altro, mi dicono “Facciamo cose insieme! Hai un’idea? Fatti venire un’idea!”. Grazie per la fiducia, ma l’approccio diretto è il modo migliore per fare tabula rasa nella mia capoccia. Io funziono benissimo in un brainstorming per quanto cazzaro possa essere, ma le mie idee stand alone le coccolo in un angolino remoto e difficilmente vengono fuori a comando.
(..che poi girare, ascoltare, discutere, è quasi un corso di aggiornamento :-p)
È da un po’ che penso che una vita sola non sia sufficiente a fare tutte le cose che voglio, così ho iniziato a prendere appunti per le prossime vite (compreso litigarmi almeno un futuro marito con la condomina, perché non ci accordavamo su in che vita era mio e in quale suo!!!). L’unico problema che mi si pone è come passarmi gli appunti tra una vita e l’altra ;-)