Cena

Spesso il signor N arriva a casa prima di me e si mette a preparare la cena. Ogni tanto io tiro fuori cose dal freezer e se non arrivo per tempo a cucinarle ce le dimentichiamo in frigo finché non vanno a male.

F stasera per cena ho tirato fuori il salmone..
N Meow!

Diecisessantadue

Il lunedì mattina è difficile. Se poi sono incazzata nera è ancora più difficile.. e i pensieri si aggrovigliano di conseguenza.
Stamattina arrivando in ufficio meditavo al latte come “business model”.
Il latte fresco è come una bancarella, dura poco, si trova in periodi fissi nello stesso posto.
Il latte a lunga conservazione è come i temporary store che vanno tanto di moda a Milano adesso. Quando scade, lo store sparisce.
E chi vuole un negozio ordinario? Si compra la mucca, diamine!

(..colpevole di questo pensiero estemporaneo è stato il temporary store della 500 che incrocio sui miei passi tutte le mattine.. e sì, sono consapevole che il modello fa latte da tutte le parti!)

Quanno ce vò ce vò

..che poi sarebbe quello che ho scritto sul bigliettino d’auguri al mio socio che oggi festeggia felicemente il suo 52ennale.
Ma forse è meglio se me la racconto con ordine.

Oggi 4 giugno, compleanno del socio.

Stamattina alla Feltrinelli della stazione di Porta Garibaldi gli ho preso “L’arte della guerra” di Sun Tzu perché mi sembra che possa servire per sopravvivere, anzi per cavarsela alla grande, da noi, dove il Risiko, la politica internazionale ed Echelon ci fanno un baffo (e mentre lo compravo sghignazzavo tra me e me ricordando il ragazzo che me lo ha regalato in una situazione estremamente più semplice di questa, ma si tratta di eoni fa).
Poi oggi pome un “È il momento del perché è un bravo ragazzo, vieni?” che non ho colto, salvo poi capirlo un’oretta più tardi, sghignazzando davanti al microfono della sala di doppiaggio (la mia risata e il “auguri, socio!” sono finiti nel mix) mentre registravo come 39 persone prima di me il mio personale augurio, finito mixato in un mp3 commovente (quando vogliamo siamo carinissimi!!).
Nel mezzo c’è stato un giappy con brindisi al sakè caldo (ekkekkazzo.. quanno ce vò ce vò).
Poi stasera fuga non troppo fuga verso l’ex-Dickens Inn (rifugio delle uscite universitarie) a tracannare birra coi colleghi della cricca. La prima è bionda, triplo malto o giù di lì, e ci mette un sacco ad arrivare (“perché richiede tre passi per essere preparata” mi spiega solerte il cameriere sollecitato). 9,5° di freschezza torbida, gusto pieno e un dito di schiuma che per una volta tanto non mi dispiace.
Crostini, patatine, una camionista, modi di dire sardi.. poi altri due fanciulli e il loro primo giro. La giornata si scrolla velocemente, tra una chiamata del diggì e fidanzati vari.
Poi il secondo giro e Marì dagli stivali elfici ci raggiunge; il cameriere sconvolto mi contesta una birra con almeno 3 o 4° meno del precedente (“Ma sei sicura? Mai scendere!”). Barze sconce con nomi ad hoc, patatine, cazzabubole, l’alcol che un po’ scende (o forse sale?).. anyway, si brinda alla vita da queste parti, alla giovinezza qualunque essa sia. Mia, tua, anagrafica, mentale, dei figli.. che conta? Considerazioni sui prosciutti in banca, sul Brunello (o forse era il Montalcino?), ripassi sull’alternarsi delle stagioni (“il 21 giugno.. sai? Il giorno più lungo dell’anno..!”) e un giro di macchina fotografica.
A no, dai.. quando sono brilla mi si vede il naso..
(clic!)
S hai proprio ragione.. chissà chi è quella dietro quel naso!
F Ma se non ci fosse il naso.. sai che impressione?
Schivarsi e uscire da un’inquadratura diventa una foto a due, tra le risate, poi ci sono anch’io con Peter Pan che ride sulla mia guancia e rido anch’io, guardando un profilo immobile eppur sghignazzante (ah, ma se oggi vengo con gli occhi rossi non ci sono scuse..).
Poi è la mia ora, il momento buono per andarsene quando la birra ancora permette (due e un pezzo, grazie! il socio ha equamente suddiviso la sua seconda per l’ultimo brindisi) e le probabilità di prendere un treno per Domodossola sono ancora basse. Una chiamata a casa per ridere del mio brillare come stella alcolica, scherzare sui fatti della giornata, sul mio cavaliere accorso a salvare la mia caviglia tra i pronostici generali, sulla giornata del signor N, così antipatica dal voler essere annegata in un po’ di solitudo, due toast e due bimbe pelose abbarbicate sulla libreria, coi polpastrelli rosa in bella vista.
E io?
Una volta imbarcata sul treno giusto al peggio arrivo a un lago.. ma se tutto va bene, invece, mi siedo, apro la borsa, scodello un portatile e attacco a scrivere, conscia che un po’ d’alcol non scioglie solo la lingua ma anche le dita.

(..dove scenderò? ai posteri l’ardua sentenza!)

Tiri mancini/2

Mi è arrivata una mail fantastica che mi ha aperto gli occhi.

Moratti ha cacciato Mancini..

1. ..per motivi di salute. Tre scudetti, quello degli onesti, quello senza Juve e col Milan seppellito dalle penalizzazioni, quello con la Juve e col Milan seppellito per cause naturali. E ogni volta feste, cene, brindisi, ore piccole e sigarette bruciate con gioia. Dopo l’ultimo check up, pare nella settimana di Inter-Liverpool, il dottore ha detto al presidente: «O la pianti con ‘sti scudetti o rischi la salute». Detto, fatto.

2. ..perché non si divertiva più. No, non tanto per il gioco. Quanto per il modo di vivere l’Inter. Pura nostalgia di certi pomeriggi della domenica coi motorini che volano, coi seggiolini che volano, con gli abbonamenti che volano, con gli insulti che diluviano e l’aria frizzante di tensione spalmabile. Dopo due anni passati sempre in testa alla classifica, due anni così zuccherosi da rischiare il diabete, Massimo Moratti ha detto stop.

3. ..perché non vinceva mai la Coppa dei Campioni. E allora ha chiamato Mourinho che di coppe con le orecchie ha la casa piena. Tanto che al Chelsea, ormai esausti a furia di alzare quel pesantissimo trofeo ogni santo maggio, l’han mandato via. E con quel perdente di Grant (parole e musica del senor Josè) si sono potuti rilassare con una tranquilla finale persa ai rigori.

4. ..perché odia Mourinho. E in questo il presidentissimo ha tutto il nostro appoggio. Vi pare facile arrivare all’Inter reduce da tre scudetti in fila e fare meglio? Già l’ambiente non è dei più tranquilli, suscettibile come minimo, umorale sempre, facile alle depressioni. E allora ci provasse, quel portoghese spocchioso, a far meglio di Robertino nostro. Pare che nell’ultimo confronto tra Moratti e il suo pupillo, il presidente abbia detto: «Si riposi Mancini, faccia un po’ di mare che qualche bel viaggio intorno al mondo glielo pago io. Adesso stronchiamo la carriera a questo portoghese, come abbiamo fatto con tutti gli altri da Lippi in giù, e poi ci riprendiamo. Più felici di prima».

5. ..perché non sapeva proprio come spendere il tesoretto dei 100 anni. Tanto si è parlato del famoso regalo di Massimo Moratti alla sua Inter per il centesimo compleanno. Ma diciamoci la verità: quali giocatori elettrizzanti ci sono in giro oggi come oggi? Ronaldinho, stracotto. Messi, incedibile e fragile. Cristiano Ronaldo, troppe meches. Robinho, una foca. Ronaldo, interessante ma già sotto contratto. Gerrard, un medianotto. Potremmo andare avanti, ma avrebbe poco senso. Come dite? Drogba e Lampard? No quelli arriveranno, perché in fondo al salvadanaio dei meravigliosi 100 c’era ancora qualche monetina!

6. ..perché ha perso la Coppa Italia. Nessuno lo sa, ma l’oscuro oggetto del desiderio del presidentissimo non è il triangolino tricolore e nemmeno il portaombrelli europeo. Bensì quell’elegante trofeo con la fascetta bianca, rossa e verde. Questo il vero motivo per il quale Moratti prese Mancini, che fin da giocatore con la Coppa Italia ha avuto un feeling tutto speciale. E invece nelle ultime due stagioni, nisba. La Coppa è finita nelle mani di quegli straccioni della Roma che sono anche più deboli. Solo per loro l’ultima festa, solo per loro gli ultimi coriandoli stagionali, prima di un’estate nerazzurra a rosicare. Aspettando solo che sia agosto coi preliminari delle squadre di serie C.

(..la mia preferita, ça va sans dire, è la quarta!)

Tiri mancini

Io mi chiedo come si faccia a cacciare via un allenatore che ti ha appena fatto vincere uno scudetto..

Badilate

Se c’è una cosa che riesce veramente a farmi incazzare è veder coprire di merda qualcuno senza ragione.
In una società molto informale dove la mail viene usata internamente per ricordare le riunioni e per qualche comunicazione di servizio, scriverne una per segnalare la supposta incompetenza di qualcuno è un gesto da ponderare bene. Soprattutto se il destinatario sono io e si parla di una persona che lavora (lavorerà) con me.
Perché poi divento pignola, metto i puntini sulle i, lascio molto spazio tra una riga e l’altra in modo che si legga bene quello che c’è sotto, e magari la prossima volta ci pensi due volte.

Abbiam vinto la Cempions!

Lo so, lo so, è lo scudetto. Ma parlare di calcio, da qualche anno a questa parte, mi fa venire in mente Sironi (interista!) che fa Carletto Ancelotti a Container su 101 e indipendentemente da tutto canticchia “Abbiam vinto la Cempions!”.
Ieri pomeriggio pisolavo essendo usata come cuscino dal signor N e a un certo punto mi sono svegliata di botto “che ore sono? cosa fa l’Inter? a che punto sono?” e il signor N ligio al suo dovere è andato a vedere su televideo che l’Inter vinceva 1-0, la Roma pure ed eravamo circa al 70′.
Poi siamo usciti e abbiamo sentito il finale di campionato altrove e io mi sono subito premurata di mandare un sms con i risultati all’uzbeko per caso. Poi ieri sera i genitori mi hanno telefonato e mio padre candido mi ha detto di essersi guardato tutto il secondo tempo dell’Inter su non so che canale russo.
In effetti è esattamente il genere di cose che possono capitare a lui.. come quando accompagnava mia madre a trovare la sua vecchia zia e lui si imboscava a vedere l’Inter a casa del cognato del marito della cugina di mia madre.
In ogni caso stamattina avevo quasi voglia di recuperare la sciarpa dell’Inter (acquistata alle medie) dalla formalina..

F ..perché a me un 5 maggio nella vita è bastato!
N ma amo, è l’Inter, cosa ti aspetti?

(..dovrei farlo dormire sul terrazzo, oh se dovrei!)

Ginec

Andare dal ginecologo non è esattamente divertente come andare a Gardaland, in più quasi ogni donna ha le sue turbe mentali in merito (lo voglio solo donna, lo voglio solo uomo, non ci voglio andare da sola, ecc.). Quasi.
Qualche mese fa vado a prenotarmi la visita di controllo:

I è in cura da qualche nostro medico?
F ehm. uhm. Non credo. In effetti non riesco nemmeno a ricordare l’ultima volta che ho fatto una visita di controllo..

Per farmi meglio del male ho deciso di risparmiarmi 3/4 (forse un po’ di più) del costo della visita e di non farla privatamente. La differenza tra le due è che quella privata dura il doppio, il medico ti tratta come una persona e ti fa una visita; mentre quella passata dalla mutua assomiglia a obliterare un biglietto delle FS e per tutto il tempo (non più di 15 minuti, preferibilmente meno) hai la sgradevole sensazione che al quindicesimo minuto, indipendentemente da dove ti trovi, come sei vestita, cosa sta facendo il medico, suonerà un allarme e le porte si spalancheranno per far entrare la prossima malcapitata.
La dottoressa di oggi (di cui continuo a ignorare il nome) mi guarda, mi fa tre domande (non mi ha nemmeno chiesto se prendo la pillola!!!) poi asserisce “lei è un po’ cicciotta”, io per un attimo dubito di essermi sbagliata e di aver davanti una dietologa, soppeso un attimo la situazione per decidere se sollevare la maglietta e far vedere le cicatrici, poi rinuncio e semplicemente dico “ho un bendaggio gastrico” e lei subisce il colpo.
“Vada in bagno e si prepari” è la classica affermazione che mi mette in crisi. Preparare cosa? Se mi devo spogliare perché dobbiamo giocare al pudore, visto che tra 30 secondi non avrò segreti (o quasi ;-)) per lei?
Poi arrivo mi sdraio, alzo le gambe, guanti, cremina, coso et voilat, parte l’ispezione. Mi aspetto sempre che mi diagnostichino un po’ troppo cerume nell’orecchio sinistro a furia di indagare.. invece niente, tutto praticamente regolare. Mi rivesto e lei mi racconta il referto in cui alla fine mi prescrive una ecografia di non so che, di quelle che ti entrano dal naso per controllare quanto sei bello dentro. “Alla sua età” – e io ho la fortissima tentazione di girarmi e guardare chi si annida alle mie spalle – “è strano che non ne abbia ancora fatta una”.

(..e io esco senza sentirmi in colpa per andare dal ginecologo una volta ogni morte di papa..)

Uzbeki per caso

Mi sono chiesta diverse volte nei secoli, osservando mia madre con mia nonna, quando i genitori smettono di essere invincibili e diventano fonte di preoccupazione per i figli.
Beh, io ci sono arrivata.
Negli ultimi sei mesi, complice uno stile di guida non proprio “consono”, hanno distrutto la macchina due volte. La prima volta mia madre (l’assicurazione ha pagato quindi ufficialmente non era colpa sua, tecnicamente invece gli incidenti si fanno in due e i miei sospetti su cosa stesse combinando lei li ho), la seconda volta mio padre con a bordo anche mia madre (colpa loro al 200%) e attualmente sono a spasso con la macchina che ha visto neopatentate sia me che Ugo dato che la loro non hanno ancora finito di ricostruirla.
Li ho minacciati di requisirgli la patente e ho fatto notare al mi’ babbo (brianzolo!) che distruggere CLK è uno sport costoso.. (l’approccio alla zio Paperone è più efficace di qualsiasi altra ramanzina).
Adesso sono in vacanza in Uzbekistan. Ieri mattina li ho chiamati visto che non si sono degnati di farmi sapere se il viaggio fosse andato bene (in effetti se il volo si fosse schiantato probabilmente le notizie mi sarebbero arrivate prima..). Poi stanotte alle 3:27 mi arriva un sms “Stiamo bene, non riusciamo a telefonare”. Alle 3:27?
Stamattina appena sveglia li ho chiamati e mi rispondevano le segreterie telefoniche, sommato al fatto che mio padre non lo alzi presto nemmeno a cannonate e che le 3:27 italiche corrispondono alle 6:27 uzbeke, mi sono un po’ preoccupata.
Ho chiamato il sig. Vodafone, mi sono preoccupata della copertura GSM (ma hanno 900 e 1800 come da noi? va bene che hanno entrambi cellulari di ultima generazione e quindi credo quadriband, però non si sa mai..), poi abbiamo controllato le varie abilitazioni del contratto di mio padre (che potrebbe telefonare su Marte, secondo il sig. Vodafone, se solo su Marte ci fosse qualcuno a rispondergli..) e alla fine ci siamo arresi (il sig. Vodafone è stato molto carino, devo ammettere).
Allora gli ho mandato un messaggio io (“Sono preoccupata, scrivetemi quando accendete il telefono”) e alla fine mentre ero in stazione e meditavo su quanti giorni attendere prima di denunciarne la scomparsa, mi è arrivato l’sms di risposta e li ho chiamati (scoprendo, tra l’altro, che a tutti va regolarmente il telefono e che l’unico che fa le bizze è il Blackberry di mio padre.. pare che una volta atterrati abbia deciso di trasformarsi in un terminale di citofono!).

(..morale della favola: io non sono tagliata per fare l’apprensiva, nel senso che mi apprensivisco quando non è il caso e sto tranquilla quando dovrei preoccuparmi. O forse è questa l’essenza dell’apprensivismo?)