Paese feticcio

Quando lavoravo in “io sono la stella-ah”, avevo una collega fantastica D, con cui facevamo discorsi seri, filosofici, cazzari, deliranti.
Lei era.. uhm, ogni tanto era un po’ PTWG fatto donna: irriverente, massacrante, ma fortissima.
Nei nostri discorsi avevamo dei posti mitici (o feticci), se dovevamo parlare di un posto desolante il paragone spontaneo era “un po’ come il canavese” (tuttora quando faccio la MITO mi viene da ripensarci e sghignazzare).
Uno dei discorsi più in voga (nel mezzo della perenne riorganizzazione aziendale ci voleva) era quello sulla qualità della vita, il cui sunto era: sto in ufficio dalle 9 alle 18, ci metto 2 ore di macchina a tornare a casa e di vita non mi rimane nulla.
Il proseguo del discorso suonava un po’ così: massì, quando mi stufo veramente e non ne posso più, mollo tutto e mi trasferisco a Pizzighettone. Vuoi che non ci sia un bel MacDonald’s in centro dove posso andare a fare la cameriera per 4 ore al giorno, poi torno a casa mi tolgo l’unto di dosso e vivo?

(..non sono mai stata a Pizzighettone. D sì, per caso. Mi ha detto che il centro storico è medievale e molto carino. Non ricordo se c’è un MacDonald’s..)

Consegna speciale

In occasione dell’approssimarsi del Natale, della congestione dei mezzi di trasporto, invio, ecc. le Poste Italiane hanno inaugurato un nuovo tipo di consegna: la RSC (Rilascio su Scala Condominiale).
Settimana scorsa abbiamo ordinato i numeri di Gea che mi mancavano dalla mia collezione (e con l’occasione anche qualche numero di Napoleone ormai smarrito) e abbiamo curiosato impazienti nella casella di posta più o meno tutti i giorni, in attesa della cartolina gialla per il ritiro.
Or bene l’altra sera rientrando, dopo la solita pantomima alla casella, il signor N va a parcheggiare e io intanto entro nello stabile.
Apro la porta, sguardo vacuo, e mi giro verso la scala per iniziare a salire. Sulla scala giace un pacco. Per me. Dalla Bonelli.

(..il signor N mi ha sgridato perché ieri sera mentre lui sporgeva lamentela al customer care delle Poste, io facevo di sottofondo commenti sarcastici. Ekkekkazzo!)

E lui che si pensava

Cioè sarei io che penso, ma mi faceva senso intitolarmi come un blogger :-p

Pensavo che lo stress da dizionario facesse scemare le incazzature, invece aiuta alla grande.

(..mandare a cagare implicitamente uno in una lingua che non è la tua, dà soddisfazione, perbacco.)

Morfina

Io mi ricordo i sorrisi. Tutti quei sorrisi a qualunque ora del giorno e della notte.
E quell’ultimo libro che io leggevo ad alta voce perché non ce la faceva più.
E lo sguardo che ha avuto da quando ha deciso che non c’era motivo di continuare.
Per me morfina vuol dire sparizione, quegli ultimi giorni in cui dormiva sempre.

Io mi ricordo tutti che piangevano e io che non potevo farlo, non volevo farlo.
E i fiori. Due sacconi da riciclo secco pieni di fiori, colti quella mattina in giardino e nei vasi.
Era novembre, ma come adesso c’era il sole.

(..il titolo e il pensiero e le sensazioni e il niente vanno a lui..)

Sulle comuni cause di divorzio

F vero che sabotare un lavaggio della lavatrice è causa di divorzio?
L mmm.. direi che è anche una buona attenuante per l’omicidio :-D
F vediamo.. e mischiare due olii extravergini nella stessa bottiglia invece no, giusto?
L :-p
F oh, insomma, sei il mio avvocato o il suo?

(..beh, intanto io ho corretto la scritta sulla bottiglia dell’olio per cucinare.. da ieri sera in casa nostra si usa solo Carapaccio!)

Socievolezza

Ci sono giorni convulsi come ieri in cui ringrazio di essere in ufficio da sola e giorni sonnolenti come oggi in cui mi manca lo stanzone romano con la sua perenne caciara, le pillole, le palline che volano e i coffi.