Sto indugiando su cose che mi piacciono e che colmano le mie lacune. Dall’altra parte mi chiedo se questo indugio non copra altro..
(..finché non mi rovino il piacere posso concedermi anche questo :-p)
Pensate a cose straordinarie, saranno loro a portarvi in alto
Ogni tanto salgo sull’albero maestro della mia vita e osservo il mondo da lì
Sto indugiando su cose che mi piacciono e che colmano le mie lacune. Dall’altra parte mi chiedo se questo indugio non copra altro..
(..finché non mi rovino il piacere posso concedermi anche questo :-p)
Odio andare in banca. Infatti ho un conto online.
Talmente online che qualunque cosa non passi da internet è di una inefficienza assoluta.
Il 30 giugno mi scade la carta multifunzione (bancomat + carta di credito), quindi un paio di settimane fa ho diligentemente studiato il sito, appurato che non c’erano info e mandato mail tramite il modulo sul sito chiedendo quale fosse la procedura standard (me la rinnovate in automatico o devo chiederla io?).
Risposta della banca:
Gent.ma Sig.ra Brioschi,
per verificare la questione, La invitiamo a rivolgersi al Suo consulente di fiducia, che potrà consigliarLa al meglio per quanto riguarda la questione da Lei posta.
Nel caso in cui Lei non si trovi più in possesso di un recapito telefonico per mettersi in contatto con il Suo referente, La invitiamo a contattare il servizio Pronto Banca xxx, attivo al numero verde 800.xxx.xxx, nei giorni feriali dalle 8 alle 22 e il sabato dalle 8 alle 14, in modo da ottenere un recapito telefonico aggiornato.
I nostri operatori saranno a Sua disposizione per ogni chiarimento.
RingraziandoLa per l’attenzione, cogliamo l’occasione per porgerLe cordiali saluti,
Banca xxx S.p.A.
Ora, io non ho un consulente di fiducia e per chiedere il rinnovo non mi serve nemmeno, ma tant’è. Ho chiamato il numero verde dove una gentilissima signorina ha iniziato a elencarmi tutti i consulenti di Milano salvo poi interrompersi e consigliarmi di andare in filiale perché avrei fatto prima.
Oggi ho preso la mamma, le stampelle, la borsa, il numero conto, e mi sono fatta scarrozzare in banca, dove una signorina più interessata al cliente maschio allo sportello accanto ha cercato di cacciarmi da un consulente finanziario a mezza città di distanza tranne poi improvvisamente scoprire di potermi fare lei l’operazione quando ho gentilmente obbiettato che non ci pensavo minimamente (forse avrei dovuto brandire una stampella per dare più enfasi al discorso!) e che preferivo aprire un altro conto, dato che c’era una filiale di Unicredit proprio lì accanto, usciti sulla destra.
Ovviamente non ha saputo dirmi quanto costa la carta di credito (“Vede? doveva andare da un consulente finanziario”).
Odio andare in banca.
(..ovviamente cambio banca. Essere imbecilli è un problema personale e privato, ma io non ho sottoscritto nessun contratto che dica che devo avere a che fare con degli imbecilli. La Generali forse è meglio se continua a fare le assicurazioni, che come banca è tutto un programma..)
Rileggere un libro è rivivere un’emozione nota.
A distanza di un anno torno a farmi domande sul costo della lingerie: com’è possibile che due reggiseni costino come 7 canotte + 1 maglietta + 2 camiciole + un paio di shorts + 1 gonna + 1 paio di pinocchietti?
(..la mia piccola indagine deve forse darmi la misura del costo della vita? dell’aumento della bianchieria intima? trovarmi una passione diversa dalla lingerie? forse tutte e tre..)
F premesso che puoi dire di no..
F hai voglia di dare una letta al mio cv?
D premesso che non ti assumo
D va bene :-)
(..2.0 = ammorbare gli amici in cerca di commenti e pareri..)
Attraversare il mondo a passo di canguro, passando attraverso muscoli (che non sapevi nemmeno di avere) doloranti, svegliandosi una mattina e scoprendo che i muscoli sono ok ma ora le mani sono ko, con una gamba sola che si stanca e ti fa pensare solo a dove trovare la prossima sedia, rischiando di devastarmi scivolando dolcemente in un’aiuola, facendo shopping mirato perché quando mai riavrò il tempo di comprarmi qualcosa, odiando il telefono che continua a squillare perché so che è l’ufficio, valutando ad ogni istante distanza, slancio, durata ed equilibrio.. attraversare il mondo a passo di canguro, dicevo, lascia il tempo per meditare mentre il corpo si arrabbatta nella sua nuova quotidianità.
Sarà che le questioni di questioni di equilibrio del corpo sono traspirate anche altrove, ma qui si è fatto qualche bilancio e si è scoperto che:
* lavoro: non ci siamo. Sono in malattia e lavoro. La 14esima verrà devoluta alla causa della Jollyroger (che è dal meccanico e ad agosto dovrà rinnovare l’assicurazione..) e i soldi per le vacanze non ci sono.. aver lavorato un anno solo per vivere, beh, non mi sta bene (andare in vacanza e staccare a un certo punto diventa un *dovere*)
* questioni geografiche irrisolte: sono lì e io non ci voglio pensare più di tanto. Ma stare una settimana (o 10 giorni) dai miei un po’ ti ci costringe a pensare. I miei ovviamente vogliono che torni su, e vabbè, questo era noto. Il signor N vuole tornare su.. questo lo so da sempre. Ma io non sono pronta a tornare su. Non riesco a trovare un punto geografico “su” dove mi ci vedo. Non lo so. E se cambio lavoro, dove lo dovrei cercare?
..e altri punti che non mi sovvengono più. Mi ha interrotta il capo, per parlare di lavoro, per discutere quella scadenza fra 10 giorni che dobbiamo assolutamente rispettare.
(..stampello lentamente in là.)
Ho due premesse: la prima è che tutta colpa di Luca, anzi del suo frigo :-p, la seconda è che essere donna è un casino e la terza è che forse per la seconda preferisco gli uomini.
Non sono stata al FemCamp e mi è spiaciuto.. non so cosa mi aspettavo, ma in linea di massima mi aspettavo che non mi piacesse. Lo so che è strano ma parlare di “donne” in generale mi suscita due reazioni opposte o di uguale intensità: mi trasformo in una femminista o in una maschilista.
In ufficio discuto spesso e volentieri col mio dirimpettaio che ha delle idee medievali su donne-lavoro-maternità-famiglia e riesce a farmi sembrare una femminista accanita (cosa che non penso invece di essere); se mi trovo immersa in conversazioni sulle donne, sulla discriminazione, sulla parità dei sessi, ecc. rischio di pendere dall’altra parte.
A parte la premessa sopra, ho poche certezze sulle donne: sono discriminate sul lavoro (e questa è una delle cose che mi ha più lasciato a bocca aperta.. come le cose che leggi e in fondo sai che ci sono ma non ci credi. Poi le vedi ed è una doccia fredda..), sono poche dove servirebbero (concedetemelo.. nascere donna e andare alla presentazione di Windows95 è una sottile ironia: il multitasking è donna, c’è poco da discutere..), e qui mi fermo.
“Quote rosa” è un termine che mi fa venire l’orticaria.. le trovo una non-soluzione di comodo a un problema.
..quel che penso, in fondo, è che ci sia poco da parlare, e tanto (come al solito) da fare. Poi ogni tanto fermarsi e lasciare che i fatti parlino.
(..la faccio facile, lo so..)
Ho un elenco di cose da fare al lavoro, online e nella mia vita, che potrebbe riempire i prossimi sei mesi.. e che invece devo evadere nelle prossime settimane.
Il mio personalissimo e conflittualissimo rapporto col mio lavoro sta peggiorando drasticamente (e non ci voleva tanto a pronosticarlo: meno mi sento motivata meno ci sto dentro), gli impegni duplici nel weekend e per tutti i weekend aumentano..
Voglio un mese di vacaza. Mi merito un mese di vacanza. L’anno scorso ho fatto solo una settimana di ferie e mi sento il peso di un anno sulle spalle.
E poi è maggio.
E ci sono le questioni geografiche irrisolte e so che non possono diventare un braccio di ferro.
E poi ci sono io, che sono io e non posso cambiare sostanzialmente, nemmeno (soprattutto non) per i commenti trasversali.
(..e no, non voglio che passi. Non voglio svegliarmi domattina come una Pasqua senza aver risolto niente. ekkekazzo!)
Ammetto di essermi meritata sms del genere dal signor N, dopo ieri sera.
Per la seconda volta in vita mia mi sono ubriacata (ma stavolta la notizia non uscirà sul Gazzettino di Cosenza!)..
Le scusanti del caso sono:
# non era mia intenzione
# non ho poi bevuto così tanto (o forse sì) è il mix che mi frega
# è tutta colpa del signor N (che all’accusa, quando ero ancora sobria, “tu stai cercando di ubriacarmi” ha risposto sornione “sììì”)
Le controindicazioni sono state:
# in frigo non c’erano limoni e io e il mio stomaco abbiamo chiacchierato finché non mi sono addormentata
# ho cercato di lasciare una caviglia in bagno
# i miei ricordi arrivano fino a un certo punto della serata e poi stop
È stato emblematico il risveglio:
(suona la sveglia)
/me si alza
N come va il piede amo?
/me pensa “starà ancora dormendo.. chissà perché mi chiede del mio piede”
F bene!
..poi ho fatto esattamente due passi e ho visto le stelle. Quando sono tornata dal bagno mi sono dovuta far spiegare cos’era successo.
(..dal dolore credo di aver preso una di quelle storte mitiche che ti fanno ululare per ore.. quasi quasi non mi dispiace non ricordarmelo!)
Niente plurale maiestatis, grazie, non è opportuno.