Presente, passato e futuro

..e no, non sono i propositi per l’anno nuovo, o il bilancio di fine anno.
Ma solo una riflessione su me e Pensieri inclinati che mi è uscita di getto leggendo 403 e siccome mi piace aver sottomano quel che scrivo e mi piace, mi autoincenso riportando il mio commento qui sotto:

La maggior parte delle cose che vorrei scrivere la penso pochi secondi dopo che è successo quello che vorrei scrivere (uno scambio di battute divertenti, cose curiose in giro..) o la sera mentre sono a letto e aspetto di addormentarmi e la giornata mi passa davanti o i pensieri vagano liberamente.
Una volta ero molto disciplinata e mi appuntavo cose ovunque e poi le scrivevo.
Ora sono pigra o incasinata o semplicemente in un momento diverso della mia vita e io e il mio blog scorriamo su binari diversi.
Magari poi cambia, o magari no.

Casa bitter casa

Non è una novità che io e il sig. N si cerchi casa, si discuta animatamente sulle caratteristiche che deve avere, dove dev’essere.

La nostra idea è non spostarci dal paesello perché è comodo per entrambi (io ho il treno e lui arriva tranquillamente al lavoro in macchina) e siamo vicini ai miei, o al massimo spostarci in qualche paese adiacente, magari alla successiva fermata del treno. Altre opzioni non sono contemplate perché le fermate di treno oltre la successiva si trovano su una sola linea (l’unica fortuna attuale è avere due linee che passano dal paesello e quindi una frequenza di treni vagamente decente).

Negli ultimi dieci giorni mi sono fermata a Milano dopo l’ufficio un paio di volte: la prima sono uscita con una amica e avendo fatto tardissimo (ho preso la metro alle 21:45) l’unica è stata chiamare il sig. N per farmi recuperare al capolinea della rossa; nel secondo caso ho preso la metro alle 20:30 (o meglio ci ho provato: ho dovuto attendere 13,5 minuti prima che passasse), sono arrivata a Sesto dove ho atteso quasi mezz’ora il treno e poi sono arrivata finalmente a casa dopo le 22.
Il che mi ha dato da pensare e mi ha fatto riflettere su quando abitavo in città (l’esperienza più recente è Roma..) e su come sia diverso muoversi stando in città piuttosto che fuori. Chiaramente sarei potuta venire a Milano in macchina, non essendo nessuno dei due impegni un’improvvisata, ma non avevo voglia di passare un’ora e più nel traffico della mattina.

Non è per niente semplice, soprattutto per me che cerco “la” casa e non “una” casa e non riesco a spiegare al sig. N che è come cercare il vestito da sposa: non avevo idea di come dovesse essere, ma quando l’ho trovato ho subito saputo che era quello giusto.


(..e per lor signori uomini che non avranno mai la necessità di trovarsi un vestito da sposa, pensate a quando – se! – avete trovato la donna della vostra vita. Una casa magari non è per sempre, ma cominciare col piede giusto..)

Non date da mangiare al koala

Ieri pomeriggio due pazzi ci hanno condotti al Jungle Raider Park di Civenna.
Alla cassa erano tutti pronti a scegliere percorso dal nome invitante tipo Tornado o Uragano, mentre io adocchiavo il percorso bimbo (verde, basso..). Alla fine abbiamo scelto un blu e un rosso (i colori sono come per le piste da sci: verde, blu, rosso, nero in ordine di difficoltà).
Imbragati, caschettati, abbiamo seguito il briefing, abbiamo fatto la prova (che già mi lasciava perplessa) e poi siamo partiti.
Camminare su un filo sospeso tipo circo non mi crea troppi problemi, i ponti sospesi li odio, i ponti di corda sono divertenti, la carrucola proprio non la sopporto. Io lo so che da bimbi, al parchetto, quando c’era la carrucola era il massimo dei divertimento, ma insalamata e appesa a una decina di metri non mi piaceva per nulla. Non riuscivo a togliermi di dosso la sensazione di insicurezza. Guardare in basso non era troppo un problema (anche se preferivo osservare quelli che si arrampicavano sopra di me), ondeggiare perché il filo “di sostegno” era mollo invece sì.
Beh, insomma, a due terzi del percorso non ce l’ho più fatta: ho abbracciato un albero e ho invocato l’elisoccorso. Una fanciulla agilissima è arrivata con un po’ di attrezzatura e mi hanno calata giù (come nei migliori copioni volevo scendere a occhi chiusi, poi mi sono fatta forza e guardavo in alto!).
Il sig. N ha stabilito che sembravo un koala e che mi mancava solo un po’ di bambù o di eucalipto da spizzicare.. :-p

..la prossima volta (perché ci deve essere una prossima volta!) faccio il percorso bimbi.

(..anche solo a raccontarlo hanno ricominciato a sudarmi i palmi delle mani esattamente come ieri.. ci devo lavorare un po’ su!)

Usability

Stamattina ho perso il treno per Berlino. Ero all’aeroporto di Schonfeld e dovevo comprare il biglietto del treno.. le mie istruzioni dicevano: “Vai ad un distributore automatico e compra un Berlino ABC che costa 2,8€, poi obliteralo in una cosa fatta così” (seguiva foto dell’obliteratrice).
Schivo le prime due macchinette per la troppa coda e mi fermo all’ultima. Davanti a me 4 persone, che viaggiano in coppia.
I primi due confabulano per ore, pestocchiano tasti, poi si arrendono e fanno passare i due dietro.
I due dietro seguono la stessa trafila.. e la stessa cosa succede nella macchinetta accanto: due ragazze francesi sono nel pallone.
I due che erano davanti ai due davanti a me si mettono dietro di me e sento la ragazza che sussurra al ragazzo “ma lei è quella che viaggiava di fianco a noi..” (io manco li avevo riconosciuti.. ho dormito per tutto il volo!), mi giro e dico “sì!”; la ragazza diventa paonazza e chiacchieriamo un attimo.
Quando quelli davanti mi cedono il posto perché non riescono, i due italiani vengono a sbirciare cosa faccio. Schiaccio un bottone (lingua), schiaccio un altro bottone (biglietto desiderato), infilo una banconota e poi ritiro sia biglietto che il resto. Attorno a me lo stupore..

(..poi sulla banchina tutti mi chiedevano dov’era l’obliteratrice.. dev’essere che ho l’aria della locale :-p)

Growin’ up

Nei miei vari fcvg sto incontrando un po’ di persone che conosco che, in un modo o nell’altro, mi dicono “Facciamo cose insieme! Hai un’idea? Fatti venire un’idea!”. Grazie per la fiducia, ma l’approccio diretto è il modo migliore per fare tabula rasa nella mia capoccia. Io funziono benissimo in un brainstorming per quanto cazzaro possa essere, ma le mie idee stand alone le coccolo in un angolino remoto e difficilmente vengono fuori a comando.

(..che poi girare, ascoltare, discutere, è quasi un corso di aggiornamento :-p)

Voleva passare sulla vita come un aeroplano

È da un po’ che penso che una vita sola non sia sufficiente a fare tutte le cose che voglio, così ho iniziato a prendere appunti per le prossime vite (compreso litigarmi almeno un futuro marito con la condomina, perché non ci accordavamo su in che vita era mio e in quale suo!!!). L’unico problema che mi si pone è come passarmi gli appunti tra una vita e l’altra ;-)

Ottombrina

L’altra mattina ho buttato giù dal letto Tiff per fare quattro chiacchiere mentre andavo in ufficio in macchina e per cercare di far arrivare anche lei al lavoro ad un orario decente. Per la seconda o terza volta negli ultimi due anni ha mollato l’amante e ora spergiura che questa volta è per sempre, anche se poi ammette che deve convincersi anche lei.
Sia come sia, ad un certo punto siamo passate a parlare delle “scadenze” di ottobre.

T quanti sono a questo giro?
F trentadue, lascia fare..
T perà. Tanta roba, eh?
F già. A sapere dov’è finita!
F :-D

(..è inutile, 3 continua ad essere la stima più soddisfacente, che mixa il reale col percepito e con quel che mi sento io!)