…così. Come in foto.
Vado a casa, va. Che è meglio!
Pensate a cose straordinarie, saranno loro a portarvi in alto
…così. Come in foto.
Vado a casa, va. Che è meglio!
Riportami, o sole,
al mio destino agreste,
pioggia del vecchio bosco,
riportami il profumo e le spade
che cadevano dal cielo,
la solitaria pace d’erba e pietra,
l’umidità dei margini del fiume,
il profumo del larice,
il vento vivo come un cuore
che palpita tra la scontrosa massa
della grande araucaria.
– Pablo Neruda, “O Terra, aspettami” –
Il mio amato Pablo… lui ha sempre un verso da dedicare ai miei umori…
Stanotte ho sognato l’Umbria, il paesello addormentato che tra una settimana mi spalancherà le braccia come fossi una figlia prodiga… i miei cari vecchietti che aspettano il mio ritorno da un anno all’altro..
Mi sveglierò col sole che mi bacia, guardando i vecchi tetti, i comignoli che fumano, la nebbia sul fondo della valle che lentamente si dirada… tornerò alla sorgente e mi sentirò più viva, più vera… più parte del tutto.
Se sto pensando che il mio secondo nome è leggerezza, com’è che mi sento un nodo allo stomaco?
Aiutooooooooooooooooooo
Ecco, lo sapevo che sarebbe arrivato un momento così, ma non sono preparata!
E neanche il promemoria serve e niente, anzi peggiora…
AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!
no.
non mi sento meglio….
…finirò di farmi del male mettendo la foto del riccetto…
..a Neruda!
La mia casa ha mare e terra,
la mia donna ha grandi occhi
color nocciola selvatica,
quando si fa notte il mare
si veste di bianco e di verde,
e la luna tra le schiume
sogna come sposa marina.
– da IL PIGRO (di Pablo Neruda) –
“Chi vive senza follia non è poi così saggio come crede”
– La Rochefoucauld –
…al momento non ci conosciamo ancora bene ma da ciò che mi apparso finora di te, nulla non mi è piaciuto e lo dico senza vergogna perché è la verita …
– L’amico invisibile –
I momenti di sconforto ci sono sempre no?
…allora verrò a rileggermi e sorriderò, come faccio adesso!
…mica scherzo io, ce l’ho davvero l’alternatore!
Questa è proprio una vita AC..(*)
Appena ricomincio a fuggire mi succede di tutto… il mondo si accorge di quello che faccio (ma quanta gente legge “D”??), gli amici invisibili diventano così concreti che se non ci sentiamo due giorni l’inter-dipendenza ci fa stare male, e ieri è persino resuscitata la “voce nella notte” (via mail per il momento)…
Ma cosa c’è nell’aria, la primavera??
…e poi sono contenta, è passato di qua un amico!! Anzi ne approfitto per dirgli una cosa: ma lo sai che ectoplasma vuol dire ”speciale sostanza fluida che fuoriesce dalla bocca di alcuni medium”? Blah, io ci penserei prima di farmi passare per ecto!!!
(*) a corrente alternata
Oggi mi sento così:
Solo che pensavo a quanto è inutile farneticare
E credere di stare bene quando è inverno e te
Togli le tue mani calde
Non mi abbracci e mi ripeti che son grande,
mi ricordi che rivivo in tante cose…nananana
Case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale
Che anche se non valgo niente perlomeno a te
Ti permetto di sognare
E se hai voglia, di lasciarti camminare
Scusa, sai, non ti vorrei mai disturbare
Ma vuoi dirmi come questo può finire?
Non me lo so spiegare
Io no me lo so spiegare
Solo che io vorrei delle mani calde e soprattutto essere abbracciata…
Già di primo mattino hanno iniziato a saltare fuori piedi da tutte le parti.
Nella poesia telefonica del buongiorno (“Rituale delle mie gambe” di Pablo Neruda) ho letto:
“tutto finisce, la vita finisce definitivamente nei miei piedi”
Sul case del mio PC ho appuntato una frase mitica del mio capo:
“bisogna stare con i piedi per terra, mica ancorati ad una nuvola!”
E infine la mia gemella ha tirato in ballo i piedi per giustificare di essersi…(non lo dico!):
“Hai capito me…..è stata dura perché ho sempre i piedi per terra, vero?”
E i miei piedi?
Sono bellissimi, come disse il mio quasi cognato!
Un amico (l’amico invisibile!) oggi ha condiviso col mondo un aforisma:
“Si può imparare qualcosa da un temporale. Quando un acquazzone ci sorprende, cerchiamo di non bagnarci affrettando il passo, ma anche tentando di ripararci sotto i cornicioni ci inzuppiamo ugualmente. Se invece, sin dal principio accettiamo di bagnarci evitiamo ogni incertezza e non per questo ci bagneremo di più. Tale consapevolezza si applica a tutte le cose.” – Hagakure (I,79)
Questo mi ha fatto pensare due cose:
1. che, clima permettendo, adoro sedermi sotto il portico a guardare i temporali. C’è qualcosa d’ineluttabile nell’acqua che scende..
2. che quando piove non aggiungo strati al mio vestiario perché sostengo sempre che “meno sei vestito, meno ti bagni”