Stamattina mentre cercavo in borsa il libro per attendere con calma il treno, mi sono fatta largo tra la collezione di penne che vive nella mia borsa (perché si trova sempre qualcosa su cui scrivere, ma non necessariamente uno strumento con cui scrivere) e ho pensato a quanto ho scritto (..e no, niente pensieri su quanto scrivo o scriverò, l’ho detto che si guarda indietro).
E il pensiero si è focalizzato non tanto sui mille diari che al momento giacciono in uno scatolone a casa dei miei, accuratamente impacchettati in attesa di uno scaffale tutto per loro, quanto alle comunicazioni bidirezionali che avevo.
Il quaderno (a buchi, copertina nera con disegno sul rosso e beige, fogli colorati a righe) che ci passavamo io e C per raccontarci tutto quel che ci capitava.. (e che prima o poi scannerizzerò perché è giusto che C ne abbia una copia) e poi più avanti il floppy che mi scambiavo con V e che aveva un nome tutto suo: VeFr, le nostre iniziali (e che poi ha avuto un paio di fratellini: il VeCl e il FriCl, ma mai un VeFriCl).
..e anche se non so dove sono finiti i floppy, so che da qualche parte ci sono.
Una decina di giorni fa mi sono iscritta a Backupify, sai mai che in futuro mi disperi perché ho perso le mie tracce.
(..guardo indietro in questi giorni che non ho troppa voglia di guardare avanti e magari indietro trovo ispirazione…)