Costosa vecchiettitudine

Negli ultimi due colloqui che ho fatto (non so se come consulente o per un posto fisso, credo non fosse chiaro nemmeno ai miei interlocutori) ero perfetta per il ruolo che cercavano (a sentire i miei interlocutori, intendo..) ma nulla è successo perché, a dir loro, costo troppo. Ok, loro erano startup, ma non puoi cercare un senior e pretendere di pagarlo come uno junior!
Ieri ho riassunto tutto questo su Gtalk impostandomi come stato “sono vecchia, so tante cose e costo cara“. In realtà non costo cara, ma costo commisuratamente alla mia esperienza e sono vecchia solo se mi paragonate a un neolaureato!

La cosa divertente è che sono passate quattro diverse fanciulle a condividere questa mia sensazione e la nostra età varia dalla mia a +10 (circa).

Magari lo scrivo su LinkedIn..

L’ultimo saluto

Questo inverno malefico che va, viene, torna, c’è di notte ma non di giorno, ha distrutto il mio balcone.
L’avocado che avevo amorevolmente fatto crescere dal seme sul mio terrazzo romano e il cuscino della suocera che mi ha tenuto compagnia nel primo Natale romano, nella mia prima microscopica casa, non ci sono più.
Ci lascia anche il geranio, gentil dono del sig. N durante una gita al Re Merlino a Porta di Roma per indurmi a smetterla di raccogliere tutti i rametti spezzati di geranio che trovavo girando per il settore piante.

Restano al momento la rosellina del Brico, nonostante tutti gli anni la dia per morta e mi costringa ad eterne lotte con gli afidi; Mimì&Cocò e le numerose agavi (da trapiantare). Tra i nuovi arrivi 6 diverse primule, una più colorata dell’altra, e un ciclamino (che però mi muore sempre e poi è un problema perché le gatte se lo mangiano amorevolmente).

Al posto dei cari estinti pianterò pomodori (che sembra un omaggio a Una cena quasi perfetta, ma giuro che non lo è!)

Tappati il naso

Sabato sera a cena discorsi serissimi sulla politica e sul voto, accese discussioni con uno dei commensali che è astensionista da sempre.
Io non amo discutere di politica, è uno di quegli argomenti che mi fa lentamente sparire a lavare pentole e affini pur di non partecipare e credo sia una cosa che mi porto dietro dall’infanzia: quando si parlava di politica a tavola durante le riunioni di famiglia, mio padre e i miei zii finivano sempre per litigare. Devo ancora conoscere delle persone che riescano a discutere di politica in maniera pacata, tant’è che sabato il sig. N ed E un po’ si urlacciavano.

(..cmq anche a questo giro mi sono turata il naso e ho votato..)

Tu chiamale se vuoi.. tartarughe!

Pensiero Profondo si è risvegliato. Coperto di terra e lurido come non mai oggi prendeva il sole tra la pervinca di mio suocero.
Poco più in là l’altro enorme maschio si era risvegliato anche lui.
A’tuin invece sonnecchia ancora, mostra solo un pezzetto di guscio. È andata a dormire una settimana dopo Pensiero e si è scelta un posticino proprio di fianco a lui.. secondo me ci prova ;-)

Wed site

Il wed site c’è, i plugin arrivano, i contenuti sono in cerca d’autore.
Alla fine nel tiramolla del wed site sì, wed site no ha vinto il sì per ragioni moolto pratiche: non facciamo la lista nozze (a casa nostra non c’è più spazio, la cantina è piena fino al soffitto e il box non è messo bene), non amiamo le agenzie viaggi e stiamo costruendo il nostro viaggio pezzo a pezzo.. la lista viaggio sarà online, autoprodotta e auto-hostata (niente friedaefederico.it, per intenderci).
Siamo in ritardo drammatico sulle partecipazioni perché sembra che il mondo cartaceo si accanisca contro di noi: prima abbiamo chiesto ad un amico di “progettarle”, poi siamo passati ad una soluzione “fai-da-te”, poi abbiamo avuto problemi a reperire un materiale (provate voi ad acquistare una cosa che non sapete come si chiama e la cui descrizione è per forza di cose generica), poi la tecnologia ci ha abbandonato, poi.. poi stasera ci diamo a nuovi esperimenti, sempre che lo shopping dopo l’ufficio porti a prodotti interessanti.

Per il resto tutto bene, grazie. Non abbiamo ancora divorziato!

burp.

Qualcuno mi calcoli l’orbita o quanto meno il periodo di rivoluzione. Io non riesco ad andare oltre il calcolo spannometrico e dire che circa ogni due anni io mi faccio la mia sana influenza a base di nausee e gente che mi chiede se sono incinta.

La sera dei miracoli

Devo andarmene di qui in tempo per lo sciopero dei mezzi (che inizia alle 18) e non troppo presto per via dello sciopero dei treni (che finisce alle 18), correre a casa, docciarmi, cambiarmi, prendere la macchina fotografica, saltare in macchina e correre a Milano alla GGD. Magari parcheggiare anche, ecco.

(..la vedo grama..)

Morale della favola

“Ti ho fissato un app qui in corso Vercelli per l’una, puoi?”
Dritta alla meta mammà, non si ferma nemmeno a dirti “ciao” quando ti telefona e prima ti fissa gli app poi ti chiede se puoi. Beh, posso quindi vado.
Il negozio, Moro, è in un cortile interno che non ho mai notato prima, proprio di fronte a Coin; in vetrina un vestito da sposa e tanti vestiti di altro genere (bene, penso, non troverò le solite pazze).
Dentro ci accomodiamo in un saletta a parte, raccontiamo più o meno cosa cerco, mi spoglio e inizio a provare. Niente profonde indagini, niente noiosi cataloghi da sfogliare, solo una normalissima rapida indagine come sempre accade quando vai a comprarti qualcosa.
La prima sorpresa è la taglia: benché i vestiti non siano della mia, li posso infilare e mentre la signora me li appunta addosso con qualche spillo, riesco finalmente a vedermi e posso smettere di lavorare di immaginazione e di dovermi fidare della sedicente stilista di turno.
Trovato il modello che più mi aggrada, iniziamo a ipotizzare alcune modifiche: magicamente iniziano ad apparire sopragonne, stole, corpetti ricamati e pezzi di tessuto colorato, che con un abile uso di spili mi vengono fatti indossare.. il vestito si sta lentamente costruendo addosso a me, seguendo idee, desideri e prove.
La signora è molto disponibile, mammà di buon umore e io finalmente mi sento a posto: tra uno spillo e l’altro faccio la buffona per sdrammatizzare.
Il posto mi ha convinto, è un po’ più caro di quelli che abbiamo visto finora, ma i tessuti sono di ottima qualità e la prova mi ha convinta. Nel pomeriggio ho un’altro appuntamento e poi deciderò.

A fine giornata siamo da Aimee Spose e dopo la boccata d’aria di oggi a pranzo è un ritorno al passato: domande su domande e lunghi cataloghi.
Vado in camerino e inizio a provare. Mi entra giusto il classico piede e anche appuntandomeli addosso non è che ci capisca molto: corpetti drappeggiati, gonne ondeggianti.. io sono fantasiosa certo, ma fino ad un certo punto.
Ad ogni abito la stessa domanda “Le piace questo?” col tono di chi sta cercando la risposta immediata all’abito giusto.. non lo so, io ne provo un po’ e alla fine posso dire qualcosa, al momento posso dire di no solo a quelli che mi fanno profondamente schifo, mentre la gamma di sensazioni intermedie aspetta la fine per palesarsi.
Quello che apprezzo di più finisce sul manichino in modo che possa vedere come cadono tutte le gonne e sottogonne. Bello. È un bel vestito. Come mi starà? Quien sabe.
Poi viene interpellata la stilista per valutare un paio di modifiche e se la mia ipotetica scelta coincide con l’idea della signora dell’abito per me. Incredibilmente coincide. Mentre mi fa uno schizzo dell’abito, butta lì che se voglio lei adesso ha tempo di prendermi le misure.
Come “adesso”? È una settimana che sono stata buttata in questo mondo, non ho idea di cosa faccia per me, non posso provarmi un vestito e lei vuole che decida su due piedi? Mentre spiego che ho bisogno di pensarci qualche giorno, la commessa alza un sopracciglio e mentre mi vesto me lo richiede un paio di volte, mentre la stilista insiste che solo lei può creare il vestito per me, che mi stia bene e mi valorizzi.. che angoscia!
Non mi piace questo pressing: capisco che per i loro standard il mio matrimonio sia troppo “vicino” e che quindi il tempo per la realizzazione del vestito sia molto risicato, ma non decido comunque su due piedi e non mi piace questa sensazione di “o noi o nessun altro”.
Alla fine mi fissano un app per sabato per prendere le misure e mi lasciano due giorni per pensarci; trovo anche questa una forzatura, ma pace, voglio solo uscire e rifletterci.

Seguono due giorni di consultazioni con mammà, tanti cambi di idea, finché giovedì in pausa pranzo non sono tornata da Moro e ho ordinato il mio vestito. L’appuntamento di sabato da Aimee l’ho fatto disdire dal babbo, non avevo voglia di sentire ulteriori commenti.

Finanze in ribasso

Stamattina ho tenuto una lezione in Bocconi esattamente incastrata tra due riunioni.
Mi sono defilata alle 11.30 dall’ufficio, sono saltata su un taxi, sono arrivata in Bocconi con 10 min di anticipo e zero fiatone.
Lezione, panino con la docente e con un’amica, altro taxi e sono tornata in ufficio con qualche minuto di anticipo sulla riunione successiva.
Ho investito 15€ sulla mia salute (l’angoscia dei mezzi pubblici e/o della bici) e mi sento molto soddisfatta!

Finanze in rialzo

Sabato pomeriggio sono andata a Milano “a sorpresa” in treno. Non tanto la sorpresa di andare a Milano che era una gita pianificata, quanto l’andarci in treno perché pensavo di scroccare un passaggio al sig. N, ma alla fine i nostri orari non coincidevano e io mi sono organizzata altrimenti.
Esco di casa in comodo anticipo per prendere il treno delle 16.34 e procurarmi un biglietto. Non sapendo se la biglietteria è aperta o meno, cerco un biglietto in tutti i bar e le edicole tra casa mia e la stazione (400m), che sono poi le rivendite “storiche” di biglietti FS. Così storiche che adesso non li vendono più.
Arrivo in stazione e la biglietteria è chiusa (distributori automatici manco a parlarne) e inizio a cercare disperatamente le info sulle rivendite autorizzate, che trovo in bacheca sparse in mezzo a tonnellate di altre informazioni.
La prima rivendita si trova vicino a casa mia, in direzione quasi opposta a quella percorsa per venire fin qui; la seconda si trova dall’altra parte della ferrovia, in piena periferia, su una strada lunghissima e senza alcuna indicazione del civico a cui mi dovrei recare. Fine delle rivendite. Nessuna è nel raggio di 5 minuti a piedi dalla stazione.

Morale: io avrei tanto voluto pagare il mio biglietto, ma mi sono trovata in seria difficoltà. Signor FS, una strategia commerciale un attimino più mirata al territorio la vogliamo fare o no?