Navigare anche in assenza di stella polare

A quante tribù appartieni? e quando smetti di farne parte? È da qualche giorno che queste domande mi ronzano dentro e la risposta non ce l’ho, o meglio ho la mia: quelle a cui ti senti di appartenere.
Oggi sono andata a zonzo per il Fuorisalone con monicabionda, amica di una tribù estinta e vivissima e che ha abbandonato (felicemente) un’altra tribù che condividevamo.
Tribù a parte sono state poche ore di chiacchiere intense per dirci come stiamo, a che punto siamo e poi rimettere “in ordine” fili e pensieri su tutte le nostre conoscenze comuni, qualcosa che non facciamo abbastanza spesso e che invece ci vorrebbe. Sono tornata a casa serena e più energica.
Il Fuorisalone invece era niente di che: è domenica, è una domenica che dava pioggia e in cui sono cadute un po’ di gocce stamattina, è l’ultimo giorno, pochissima gente in giro in Tortona. Tutti elementi che potevano essere positivi e invece rendevano solo ingiustificate le code nelle attrazioni (masse, usiamo dei nomi da circensi) con gli ingressi contingentati, al di fuori dei quali restavano solo rappresentazioni di nulla. Belle ma senza nessuna idea dietro. O forse sono io che non ho più l’età e la facilità d’incanto :-D

Non si poteva fare pipì perché non c’era vasino lì

Sono venuta qui a cercare un post di tanto tempo fa perché mi serve e sono finita a rileggere le ultime cose scritte, un grande classico!
Parlavo della ricerca di una “casa veramente nostra” e in effetti da qualche mese ormai c’è. Cioè c’è da un po’ di più, ma è rimasta a lungo un cantiere che ha saputo succhiarmi qualunque momento libero, energia disponibile e ad un certo punto quasi anche l’anima, ma alla fine ce l’abbiamo fatta.
Io non lo so se ho mai fatto una cosa così difficile in vita mia e non so nemmeno quale parte: fare un mutuo (aiuto!), comprare una casa (oh mamma!), ritrovarmi a essere il direttore dei lavori (grrr!). Per tacere del doppio trasloco incrociato.
Però non importa (o almeno non importa quasi più), perché ora c’è la “casa veramente nostra” sognata e cercata. E adesso che è (quasi) finita, comincia il momento di iniziare a costruirla. Che non è solo una questione di scatole svuotate e di mobili da collocare, ma ci sono spazi da inventare e soprattutto angoli da riempiere di ricordi, aneddoti, risa e baci.
Forse è ora che io e questa casa la smettiamo di studiarci e ci lasciamo andare.

Di stazione in stazione e di porta in porta

Faccio fatica a riassumere il 2015 in una parola: quando mi ha portato in alto è stato in altissimo, quando mi ha portata in basso è stato in bassissimo. Ma forse non è stato il 2015, sono stata io ;-)

È stato un anno di abbracci, baci, risa, conversazioni sceme al buio, tanto solletico, un sacco di verbi buffi (vieno, puliscio, riescio..) e chiacchiere fino a stordirci, coccole, domande, negoziazioni, progetti, più “impegnativo” del 2014 e meno del 2016!, tanto amore, parecchi viaggi.

Ho pianto tanto quest’anno e un po’ ci voleva: quel rubinetto si era incastrato negli anni e avevo bisogno di risistemarlo. Mi ha fatto male sbattere contro le cose che so, ma saperle e vederle nero su bianco è diverso; ho un problema serissimo con l’erba voglio, che pensavo di aver risolto ma temo non troppo. E poi ci sono stati la frustrazione e l’ego, un’accoppiata vincente se vuoi schiantarti.

Ma ho CeeCee e TNT, che mi riempiono la vita e la rendono bellissima, qualunque cosa accada.

L’anno prossimo sarà ricco di sfide e impegni e voglio sentirlo scorrere forte nelle vene. Issiamo la vela che è quasi ora.
Ci aspetta un 2016 strepitoso, siete pronti?

(..e qualche volta sogno, perché voglio sognare..)

Potremo attraversare questo mare se resteremo insieme

Dev’essere il traghetto che mi ispira: anche stasera ho parlato un sacco con CeeCee, che secondo me si è addormentata dopo due secondi ma non importa. Sarà stato il mirto prima di tornare in cabina o il bisogno di tirare le fila a voce alta di questi giorni, fatto sta che ho parlato per un po’.
Ci serve una casa, in fretta: abitare coi miei va bene temporaneamente ma fare la figlia e la mamma contemporaneamente è troppo complicato.
Come mi ha fatto tornare in mente un treenne che mi ha abbordata stasera a cena, è ora di pensare al nido: CeeCee ha conosciuto tanti bambini durante le vacanze, si è divertita con loro e soprattutto li ha riconosciuti e cercati, quindi le piacciono e iniziare a frequentarli non è una brutta idea.
..e poi tante altre cose per i mesi e per la vita che verrà.

(..tu non sarai mai sola..)

Non può esistere un’isola che non c’è

Nell’isola dell’isola di una penisola ho avuto il sole, il sale, il vento, l’acqua, persino 3 minuti di ticchettio di pioggia una mattina che non sono riuscita a riconoscere, le bouganville di tutti i colori che potessi desiderare o ricordare, la pizza rossa, i profumi selvatici, le passeggiate sugli scogli, un sacco di sabbia, i tramonti, una stella cadente, il relax davanti a qualcosa di (moderatamente!) alcolico, tonnellate di crema solare e un po’ meno di doposole (che ci fa fatica), i pisolini pomeridiani, guidare in costume con l’asciugamano sotto il sedere, la spesa nelle postazioni improbabili (bandiera Coldiretti e banchetto fuori dal cimitero!!), la musica, lo struscio dopocena, il rumore del mare nelle orecchie, lo sciacquettio sugli scogli abituali e poi quello sugli scogli alla fine del mondo, la testa in vacanza.
Non ho pensato che ci sarebbe potuto essere pane e marmellata e latte col Nesquik, ma avevo della focaccia genovese col caffè a distrarmi ;-)
Per otto giorni ho avuto un’isola magica, sbrilluccicante, quasi fosse mia. Wow, senza fiato se ci penso.

(..grazie, grazie, grazie!)

Senza per questo cadere nelle tue paure

Io e CeeCee ce ne andiamo in Sardegna, a rintanarci a Carloforte, per goderci mare, per essere fuori dalle scatole, dormire, riposare, ecc.
Stamattina siamo salite in macchina e siamo partite, io un po’ preoccupata, lei incazzatissima ma aveva i suoi motivi: io sono appena tornata da una settimana a Londra e quando mi ha vista lavorare attorno alle valigie aveva il terrore che ripartissi di nuovo; quando poi siamo partite io e lei, si è rilassata.
Ero preoccupata per il viaggio perché andare in giro da sola con una 14mesenne non è semplice: Arcore-Civitavecchia è un discreto viaggio e se lei non è dell’umore, non dorme, ecc. può diventare lunghissimo. Invece è stata quasi una passeggiata perché appena salita si è addormentata e si è svegliata quando l’ho presa in braccio per andare a pranzo guardandomi sorridente con l’aria di dirmi “allora siamo proprio in viaggio io e te da sole!”.
L’attesa del traghetto poi mi è passata prima di qualsiasi altra attesa che io ricordi, con lei che mi teneva per mano e mi faceva esplorare i più strani pertugi del porto, ammiccando a tutti i bambini (e bambine) che incontravamo. Non fosse stato per il caldo, sarebbe stato super divertente.
L’on boarding è stato rapido e indolore, la cabina una sorpresa (quadrupla tutta per noi invece che doppia) in cui giocare disperatamente perché tanto è a misura di bimbo e non ci si può fare troppo male. Ma la nave soprattutto.. un enorme parco giochi da esplorare per mano alla mamma, correndo su e giù per i gradini, puntando i cani e i bambini, incontrando strani individui vestiti di bianco che sorridono e talvolta fanno un buffetto e con addirittura uno spazio giochi per i bimbi in cui osservare i più grandi che si divertono.
Mia figlia riesce sempre a stupirmi e farmi sorridere, quando non mi fa ridere. Come stasera quando è uscita dalla doccia senza aspettare il telo perché due secondi sono troppi e si è aggirata nuda per il bagno della cabina, mentre io ridevo come una cretina, pensando che la mamma perfetta sarebbe inorridita per millemila motivi diversi!

(..e comunque io ho letto troppo Calvin&Hobbes per non pensare a Calvin ogni secondo che CeeCee fa qualcosa!!)

Corrono sui muri neri di città

C’è un momento in cui sembrano incredibilmente saggi o in grado di capire tutto e di essere partecipi di “discorsi da grandi” o ricevere qualsiasi confessione.
CeeCee aveva forse un mese di vita e mio padre se la portava in giro raccontandole cose sotto voce con aria serissima e lei lo guardava con occhioni seri. La prima volta che TNT l’ha presa in braccio, lei ha detto “Beh!”, lui le ha sussurrato qualcosa all’orecchio e lei subito si è zittita e rilassata.
Io faccio discorsi serissimi con CeeCee da quando è nata, ma mi sono accorta che man mano che cresce li relego al momento pre-sonno, tipo fiaba della buona notte, come se lei potesse dimenticarli addormentandosi o scambiarli per un sogno.
Stasera, che siamo su un traghetto e l’ho abbracciata stretta stretta mettendola a nanna perché è un posto nuovo, un’avventura nuova, e lei lentamente mi accarezzava un braccio, le ho raccontato come è difficile fare la mamma e prendere sempre *la* decisione giusta. Poi abbiamo giocato perché va bene i discorsi seri, ma qui abbiamo solo 14 mesi e poi si è addormentata come un angelo. E adesso se alzo gli occhi è lì che ronfa nella cuccetta di fronte in attesa che io la raggiunga.

(..sfogliato e impaginato in questa vita sola..)

Lo sai che non mi va

Non mi sembra estate.
Non ascolto De Gregori in continuazione, non dico parolacce sul caldo (cioè le ho dette per una settimana ma poi pare che qualcuno mi abbia presa troppo in parola), non mi struggo respirando i profumi nell’aria nelle sere dolci (piove!), ho fatto solo due bagni in piscina e non mi sono ancora tuffata in altre acque.. e il calendario domani segna il 10 luglio!!

Ma ho una stanchezza dentro che va oltre le notti in cui dormo male e mi alzo con la schiena rotta, le giornate di riunioni e appuntamenti, i 120 studenti interrogati finora, che mi ricorda che invece è estate e fra un po’ ci saranno le vacanze.

Mi serve il sole e poi il sale, tanto sale. Che mi si attacchi addosso, finché non muoio di fastidio dal prurito, per sentirlo sulla lingua e annusarlo intriso dell’odore della pelle. Che punga, bruci e disinfetti. Che mi riporti tutte le mie estati e poi se le riprenda. Che mi svuoti la testa e poi la faccia girare diversamente, per ricominciare a unire anche i miei puntini.

Non ho mai fatto i castelli di sabbia. Magari quest’anno imparo!

(..come il ghiaccio bruciano..)