Le parlerò coi versi

Vacanza finalmente. Neve intorno, ma nuvole ovunque per il momento.. speriamo nel seguito.
Voglia di staccare il cervello, lasciar fluire i pensieri e ascoltarli, voglia di leggerezza, relax.
Ma non di fermarsi, no, non credo di aver mai saputo come si fa.
Così fotografo: cose piccole, sceme, che principalmente faccio io perché mi fanno ridere. Rido mentre le immagino e le preparo, poi guardo le foto bruttissime e mi arrendo, ma penso già alla prossima.

(..usare le mani per liberare la mente, il “cose sceme project” per ridere di me, mentre guardo dritto davanti a me per cogliere cosa passa appena fuori dal mio campo visivo..)

e la tua bocca da baciare

Bologna, esterno notte di un paio d’anni fa

Ero scesa il pomeriggio prima per parlare ad un evento del giorno dopo. Un gentile fanciullo mi aveva portata in giro per eventi, avevo cenato con una fantastica bibliotecaria e dopo cena avevo appuntamento con gli altri relatori per bere qualcosa insieme e conoscerci (si fa per dire, metà li conoscevo già).
Una bella tavolata lunga, in cui i discorsi si intersecano: cosa fai, di cosa parli, cos’hai combinato dall’ultima volta che ci siamo visti, chair che ci devi dire per domani?
Poi i saluti della buona notte e sei individui (anzi due individue e quattro individui) che si guardano e si dicono che no, non hanno sonno e che altri due passi, un altro bicchiere, se lo farebbero volentieri.

E così gironzoliamo chiacchierando per il centro di Bologna, quando uno dei sei si ferma a guardare una coppia che limona appassionatamente “No, ma guardali.. ma che invidia! Ma non vi mancano le limonate di quando avevate 16 anni? Senza fiato, che non finivano mai..”. Risa, dai vieni via, lasciali in pace!

Il resto sfuma nelle chiacchiere attorno al bicchiere della staffa, mentre Bologna chiude attorno a noi.

(..il tuo sapor mediorientale..)

Pioggia io sarò

L’altra notte alla fine non ho sognato quel che volevo, ma quello che vivo come il mio (più recente) fallimento.
La mattina ne ho poi discusso con la lurkatrice folle e le stavo dicendo che prima o poi elaborerò il lutto e mi passerà, ma lei mi ha giustamente fatto notare che io non elaboro i lutti e non aveva mica tutti i torti.

C’è voluto un incidente non grave nelle mie gite sul Tidoncello per superare quello che è successo tanti anni fa a Basil e che ha lungo ho rivissuto con la stessa angoscia, per poi scoprire che se ne avessi parlato prima con Ugo avrei ridimensionato un po’ il tutto recuperando un sacco di informazioni vitali che per qualche ragione ho dimenticato.
Ma credo sia l’unico lutto che ho elaborato.

Per qualche ragione vivo male anche l’esperienza sul posto di lavoro dove ho conosciuto la lurkatrice folle, eppure quando avevo dato le dimissioni il mio capo mi aveva trascinata alla macchinetta del caffè pronto a giocare al rialzo sul mio stipendio pur di trattenermi. Ma era il momento sbagliato della mia vita (volevo andarmene da Milano) questo sicuramente; poi eravamo partiti col piede sbagliato, ma io avevo cambiato in fretta area e capo (all’inizio era il cretino del colloquio..) ed ero caduta bene, però quel che facevo mi sembrava fuffa e ci mettevo una quantità inenarrabile di energie e tempo e notti insonni senza arrivare ad essere soddisfatta.

L’ultimo invece mi sta ancora qui e deve passare molta acqua sotto i ponti prima che mi passi. Ma mi irrita e mi condiziona parecchio in tante cose che sto facendo dove non ci penso ma se mi riguardo mi sento in dovere di dimostrare.. bravura/dedizione/nonsoché.

(..sono soltanto nuvole che dolcemente soffi via..)

Stare in disparte a sognare

Tiff è diventata grande.
Ha smesso di giocare con il fidanzato e l’amante, ha mollato entrambi (o forse da uno si è fatta mollare, ma è irrilevante) e ora ha una storia seria.
Così mi tocca mandare in pensione la bocca della verità e osservare lo scorrere quieto della vita.

Ma mi mancano i nostri oroscopi per sfatare l’inizio della giornata in metro, i nostri tete-a-tete al giappo che non c’è più, dividerci il lettone e addormentarci a metà di una frase e risvegliarci per finirla, il fascino delle bottiglie di Falanghina, le sceme al ristorante sardo, il cono gelato della sua ciucca più folle, le scarpe del matrimonio. E mi mancano ancora di più tutte le volte che una di noi due alza il telefono e chiama e parla. Perché non c’è mai stato bisogno di girarci in giro, ma dritti al sodo, considerando chi siamo, il buon sangue che non mente, e tutto quello che è successo in questi anni. Possiamo perderci per mesi, ma non ci perdiamo mai.

(..per riscaldarmi la pelle, guardare le stelle e avere più tempo più tempo per me..)

Inseguendo le distanze dentro sé

Tra i denti di CeeCee e il cervello che non si spegne da troppo tempo, sono veramente stanca.
Ho bisogno di dormire e sognare, senza pensare.
Se potessi scegliere stanotte vorrei sognare il mare che mi culli e la luna che mi ubriachi con la sua luce bianca.

(..sopra a un’onda stanca che mi tira su..)

Significati nascosti

Vorrà pur dire qualcosa se CeeCee ha una vaschetta da bagno, nell’acqua le mettiamo l’amido e ha diritto ad un certo numero di oggetti galleggianti (al momento non ne approfitta ancora, ma ci manca veramente pochissimo). Lei. Mentre io sono ancora ferma qui.

(Umpf. Forse è il caso di scrivere a Babbo Natale..)

Senza andata né ritorno, senza destinazione

Rileggo vecchi post ogni tanto. È come rileggere un libro: trovo vecchi amici, rivivo sensazioni note. Rido. Sorrido delle malinconie.
Poi ogni tanto qualcuno torna e ritrovo tra le righe di mail serie la leggerezza di certe conversazioni notturne che mi ero per un attimo dimenticata.

(..un Gattopardo che canta Ligabue non s’è mai visto prima: legge-e-ero, nel vestito migliore..)

Se è rotto non conta

Ho un caro amico che gioca sulla sua forma fisica (come direbbe un altro “Sono in forma. Tondo è una forma!”) e sulla sua esperienza dicendo “non si diventa così mica per caso, ci vuole impegno!” e in effetti non posso negare di avercene messo di impegno negli anni.
Quando ero nanerottola, le leggi vigenti nella mia famiglia prevedevano a colazione: una tazza di latte, Nesquik o Sprint q.b. e 3 biscotti. Tre biscotti quando sei una bimba ciccia ma a dieta perenne sono una bazzecola e così ero diventata campionessa mondiale nell’individuazione dei biscotti rotti: a meno di una bilancia o della corrispondenza perfetta tra due pezzi, chi mai può dire quanti pezzetti rotti servono per fare un biscotto?
Ecco, io baravo così.
..e anche adesso quando mangio i biscotti ogni tanto mi scopro automaticamente a cercare quelli rotti e pensare – colpevolmente, eh! – che se è rotto non conta!

(..che poi le Grucciole sono fatte di qualche strano materiale perché non si rompono mai!)

Com’è iniziato tutto

Da un lontano passato (il 2000, l’anno del mio Erasmus), emerge questa mail. Barbara aveva scritto a Italians, la rubrica di Severgnini sul Corriere, e io dopo aver letto la sua mail le ho scritto.

ciao !!!
lo sai che mi hai fatto una bella sorpresa ?

anch’io sto studiando, sono all’università di Helsinki e sto facendo il
dottorato in chimica. tu invece sei a Otaniemi, mi immagino. Che cosa stai
facendo?

come è che sei qua (come mi chiedono sempre tutti) in mezzo alle renne?
io sono venuta un paio di anni fa. il mio ragazzo è finlandese, quindi
appartengo alla categoria di quelli che si sono trasferiti per ragioni di cuore.
vengo da Empoli, una cittadina vicino a Firenze.

quando ho scritto ad italians, volevo limitarmi solo a richiedere aiuto per il
viaggio (vado ad un congresso… niente di eccezionale). poi mi sono tornati in
mente tutti i messaggi di “pizze, partite a pallone, incontri vari etc etc” che
gli altri italiani fanno nel resto del mondo e mi sono detta: ma perché qui non
c’è niente di simile?
non so qual è la tua esperienza. io ho conosciuto diversi italiani (chi di
passaggio, chi no), ma con nessuno, ad eccezione di un paio di ragazze, ho
fatto amicizia e ci vediamo abbastanza spesso. non lo so… ho come
l’impressione che qui gli italiani si cercano di evitare l’un l’altro, invece di
fare gruppo. ad un corso di finlandese, con l’altro italiano del gruppo, ci
saremmo scambiati sì e no due frasi, mentre anche i russi avevano fatto
“comunella” tra di loro.
in italia ero abituata ad avere un sacco di amici, e penso che
questa “solitudine” sia la cosa peggiore di questo posto.
quindi se fino ad ora non ti ho annoiato (!!!!!!) con queste mie lamentele, mi
farebbe piacere restare in contatto con te e magari ci potremo incontrare.
beh, fammi sapere che cosa ne pensi.
per ora un saluto e buona giornata.

mercoledì 13 dicembre 2000 2.16

Una mail dal passato, giusto per non dimenticare.

Ciao amore,
come è andato l’esame di stamattina? O ieri mattina, visto che è l’una di notte.
Ho letto la tua mail e ho capito una cosa: nonostante la mie lauree in rennologia e comportamento amoroso dei lapponi, non so che cosa dirti o che cosa pensare del comportamento della renna in questione.
Indubbiamente sarà attratto da te, dopotutto una donna senza pancia non si incontra tutti i giorni, però credo che abbia paura di rovinare un rapporto appena iniziato con la fretta di concludere.
Tu mi dirai che se non concludete adesso non concludete più. Questo è probabile, ma non credi che sia brutto svilire una “storia” possibile con una questione di solo sesso? Perché diciamocelo chiaramente, e in questo ho avuto conferma dalla Gepa, credo che nessuno dei due si aspettasse di mettere in piedi qualcosa di duraturo. Aveva un certo senso se rimanevi almeno un altro semestre, ma visto che tra due settimane scompari…
Il fatto che poi si veda con un’altra non lo so, potrebbe essere vero oppure no, di certo questo non gli ha impedito di legare con te.
Non ti crucciare amore, ti rimango comunque io.
Anche se devo ammettere che ne sto combinando di cotte e di crude.
Ma di questo parleremo un’altra volta.
Domani (oggi per chi legge, ndr) vado a pranzo con la Gepa che mi userà spudoratamente per ingelosire Rox. Ma tu guarda cosa mi tocca fare! Quantomeno mi ha ventilato l’ipotesi che io possa prendermi certe libertà per farlo ingelosire di più!!!
Sono stanco!! Ho voglia di cambiare qualcosa nella mia vita ma non so ancora cosa e perché, ne sento il bisogno e questo mi basta a mettermi sull’attenti.
Sono irrequieto, sì è l’aggettivo giusto; per ora sento solo delle sensazioni, ma quando avrò focalizzato ho paura che combinerò un altro dei miei epici ribaltoni, con conseguenze catastrofiche per il mio mondo.
Mo’ ti lascio, ci sentiamo domani.
Rr