L’unica fregatura..

..è che poi mi creo delle aspettative.
Sto già iniziando a chiedermi: ma la prossima volta che lo vedo sarò/saremo in imbarazzo? (nah, lui di sicuro no) ma cosa facciamo, andiamo avanti come se niente fosse? (come abbiamo fatto 2 anni fa quando lui ha approfittato di una brusca svolta del tram x finirmi addosso e baciarmi…) oppure la prossima volta che usciamo insieme correremo al solito angolino buio o alla prima casa libera x rifarlo?

Io punto sulla seconda o sulla terza (eh,eh).

sempre a proposito di sex…

Per altri versi mi sento “liberata”. Lo so, fa un po’ ridere. Non è che prima fossi inibita o cosa, solo che ci giravamo intorno da sette anni o poco più… e stava diventando un fantoccio visibile nella nostra amicizia. Anche se portava con sé curiosità, fantasie.
Poi era il secondo, e questo mi ha dato allo stesso tempo un termine di paragone (!) e una sensazione che non so definire bene: lui mi voleva. (forse mi vuole ancora, ma questo non è importante) E non è il mio ragazzo, non ci amiamo, il sesso non è una conseguenza o un’estensione del nostro rapporto, solo una libera scelta. È questo che da ben 3 giorni mi stupisce, mi fa riflettere e dà una spinta al mio ego (auto)maltrattato.

Lo so, sono strana. Tante considerazioni su una cosa che in fondo “È all’ordine del giorno”…

Invece, per quanto riguarda il resto del discorso che avevo iniziato nel post precedente, ha influenzato la mia vita perché ho deciso di non cercarmi un’altra “altra metà della mela”, di non tentare di riconquistare la mia “altra metà della mela”, ma semplicemente di lasciare che sia.
Lasciare che la marea mi passi un po’ sopra, come sei fossi la battigia e gustarmi la sensazione del mare tra i miei granellini di sabbia, il leggero solletico, il profumo della salsedine, lo stridere dei gabbiani.. il miracolo del sole nel pallido inverno. Al di là della metafora voglio godermi le piccole cose, come nel vero senso del “carpe diem”.

Sex!

…non avrei mai detto che fare sesso con un uomo potesse essere un’esperienza catartica…Forse “catartico” non è l’aggettivo corretto, ma da Flavio Oreglio in poi ha assunto un significato diverso, anche un po’ trendy.
Quello che voglio dire è che non mi aspettavo che desse il via a tali e tante meditazioni su di me e su dove sta andando la mia vita.
Facciamo un po’ di ordine.
Su di me: io sono una e sono tante, a volte interpreto delle parti di me stessa e ne sono talmente consapevole che gli dò dei nomi (una volta facevo Bunbury…chi non ha letto “The importance of being Ernest” alzi la mano!). Bene, ho appena ucciso la mia ultima interpretazione, perché mi sono resa conto che è superata, che non è più attinente ad una mia qualche sfaccettatura. Ancora su di me: ho scoperto di essere una passionale…in realtà l’ho sempre sospettato, ma non ne ho mai avuto una riprova così netta. Le passioni (tutte) sono parte di me e giocano ruoli importanti e attivi…mai trascurarle!

torniamo a noi

le cose vanno uno schifo. cioè, certi giorni mi illudo che vada bene, che la sto superando… ma chi voglio prendere in giro? non sto superando un accidenti di niente. sto malissimo e soprattutto non voglio superare questa situazione. voglio solo tornare indietro. non ho mai pensato che la mia fosse un’esistenza “dorata”, ma a modo mio stavo bene… ma non potevo nemmeno immaginare che tutto potesse ridursi così di botto.. a puro dolore.
io ho deciso che devo essere forte. che devo farcela. vorrei piangere in continuazione, ma mi sono imposta di non farlo… al massimo quando sono da sola, ma poi mi sgrido subito. non è una valvola di sfogo costruttiva.
la verità è che non so nemmeno da che parte si possa ricominciare…
cioè, dovrei ricominciare da me, ma proprio non ce la faccio, almeno non ancora.

il vento

fuori c’è vento. tanto. l’aria quasi profuma, il cielo è azzurro, quasi terso. gli alberi risplendono in questo inizio d’autunno.
dov’è la mia grigia metropoli che ieri mi copriva come una coltre?

Autunno. Mi ritorna sempre in mente Helsinki. Sarà perché ci sono arrivata in questo periodo… sarà perché Suomenlinna era tutta d’oro e rossa quando ci sono andata.
Se chiudo gli occhi sono ancora al porto, circondata da gabbiani e cigni… senti il profumo del mare? e il suono musicale del finlandese…

Partire. Forse è questa la risposta che cerco. Tornare dove almeno per un po’ sono stata felice… chissà.

Voglio ancora il vento quando esco. mi piace quando mi soffia in faccia, mi scombina i capelli… è la carezza di un amante, un amico che mi abbraccia. mi fa volare leggera, porta con sé i pensieri, i sogni, le amarezze.

Ancora viva

…venerdì pensavo di non farcela, veramente. Stavo male, tanto male. Avrei voluto che tutto finisse da un momento all’altro. Le lacrime, il dolore, la mia vita… beh, forse davvero è finito tutto, ma questa resurrezione non la auguro a nessuno. Che senso ha alzarsi alla mattina e soffrire per arrivare a sera? Che senso ha andare avanti senza gioia, senza speranza di felicità, senza… bah.

sono in ufficio da sola. Guardo fuori e ascolto. Sotto di me scorre una delle arterie della città. La sento pulsare, vivere. I pensieri altrui scorrono e qualche pallida ombra arriva fin qui. Nell’edificio di fronte i muratori lavorano facendo un rumore sordo, costante. Come il vecchio pendolo della nonna, scandisce i miei minuti a un ritmo tutto suo. In strada un allarme suona a intervalli regolari. La gente alla fermata del bus guarda l’auto con occhi vacui, chiedendosi come ignorarla.

Cosa sono qui a fare? Se non posso vivere, qual è il mio ruolo?

Forse vedere, ascoltare e riportare.

Lacrime sparse sulla mia pagina

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Eccomi…

Ieri sera in autobus pensavo a questa cosa del blog e cercavo un nick che potesse andarmi bene. Poi l’ho trovato.
Eccomi, sono Cheeboh.
“Chee” come “Cheese”, come sorridere, perché la maggior parte del mio tempo sono una persona allegra e sorridente, ed è così che tutti si ricordano di me e mi pensano.
E poi “boh” come quelle mattine in cui ti guardi allo specchio e “Chi sei? Dove vai? Perché vai?” sono domande con due risposte possibili e “boh” è la migliore che ti viene in mente. Ma anche “boh” per quelle serate strane, come ieri, in cui la cosa migliore ho fatto è stato mandare un sms ad un amico dicendo “sono una donna stanca, su un autobus umido, in una settimana di merda…”, lui mi ha risposto “Minchia!” e io ho iniziato a ridere. Pazzesco, no? Dev’essere la pioggia, oppure “boh”.
E infine sono “Cheeboh”. Non hai capito? Leggilo ad alta voce. Non suona come “cibo”? Già. La mia “ossessione”. Ma io non sono ossessionata. O forse sì. Beh, fin qui in qualche modo ci sono arrivata. Di sicuro ingurgitando cibo. Insomma “Cheeboh” anche per essere veramente io, e non la ragazza magra che è in me che esce appena possibile… via mail, al telefono, se non ci sono specchi. Qui non ci sono specchi. Ci sono solo io. O forse questo blog è uno specchio e io ancora non lo so.
Uno specchio dell’anima.

Day 5

Questo non è un vero post. In origine stava su un quaderno nero che alla prima pagina proclamava “Diario di bordo”. Mi è parso opportuno riportarlo qui.

Siamo sul Plitvice.
In grotta abbiamo perso le tracce dell’alieno.. probabilmente si è fermato a infestare il “Pikachu – Discorama”.
Lo spostamento all’interno ci ha fatto guadagnare un po’ di fresco e sonni profondi.. infestati da strani sogni.
Guappo ha sognato la famiglia Brioschi al completo: io facevo la cantante (emergente di successo) e raccontavo barzellette sui miei piedi; nei miei sogni invece Mickey si perdeva dietro al cagnolino delle Lollipop!

–> Temo che l’alieno si sia impossessato di Ste, riducendolo prima in catalessi e poi tirandolo scemo (alle 23 voleva imparare a camminare sulle mani, allenandosi su tutte le roulotte e camper disponibili..).

p.s.: stanotte l’alieno ha assunto le forme di Bob Dylan e si è seduto accanto a Ste, intonando “Knockin’ on Heaven’s door”.
Io – ovviamente – ho fotografato tutto!!!

p.p.s. (scritto vent’anni dopo): ricordo distintamente Ste che si è alzato la mattina dicendo “ho ammazzato Bob Dylan” e alla richiesta di spiegazioni ha semplicemente detto “continuava a cantare Knockin’ on Heaven’s door e mi ero rotto i coglioni”!

Day 2

Questo non è un vero post. In origine stava su un quaderno nero che alla prima pagina proclamava “Diario di bordo”. Mi è parso opportuno riportarlo qui.

Stamattina ci siamo alzati al “Porca puttana” di Guappo.. Al campo sembra tutto normale.. a parte il posacenere che è volato giù dal tavolino e conserva le impronte dell’alieno.
Mentre tutti dormivano, Guappo ha sentito una pioggia di meteoriti che – a suo dire – si è abbattuta sulle nostre tende. Sospettiamo che l’alieno che si era precedentemente impadronito della Uno, stanotte abbia posseduto Guappo..
Alle 7:30 fa già un caldo allucinante, sopravviveremo fino a stasera?

Gli effetti della convivenza forzata con l’alieno sono sempre più devastanti: Ste ne ha pestata un’escrescenza, la pasta si è tramutata in colla, dell’acqua fresca si è scaldata improvvisamente mentre la rovesciavo su Mickey per dargli un po’ di sollievo.
Domani scenderemo in grotta, speriamo di seminarlo!