…venerdì pensavo di non farcela, veramente. Stavo male, tanto male. Avrei voluto che tutto finisse da un momento all’altro. Le lacrime, il dolore, la mia vita… beh, forse davvero è finito tutto, ma questa resurrezione non la auguro a nessuno. Che senso ha alzarsi alla mattina e soffrire per arrivare a sera? Che senso ha andare avanti senza gioia, senza speranza di felicità, senza… bah.
sono in ufficio da sola. Guardo fuori e ascolto. Sotto di me scorre una delle arterie della città. La sento pulsare, vivere. I pensieri altrui scorrono e qualche pallida ombra arriva fin qui. Nell’edificio di fronte i muratori lavorano facendo un rumore sordo, costante. Come il vecchio pendolo della nonna, scandisce i miei minuti a un ritmo tutto suo. In strada un allarme suona a intervalli regolari. La gente alla fermata del bus guarda l’auto con occhi vacui, chiedendosi come ignorarla.
Cosa sono qui a fare? Se non posso vivere, qual è il mio ruolo?
Forse vedere, ascoltare e riportare.